“Non stiamo celebrando l’università, ma una pagina di storia di Verona”. Con queste parole il rettore Alessandro Mazzucco ha sintetizzato lo spirito della cerimonia di sabato 17 ottobre in Sala Gozzi a Palazzo Barbieri. L’aula ospita i lavori del Consiglio comunale ed è stata scelta dal presidente Alfonso Fratta Pasini per rievocare, allo scadere dei cinquant’anni, la storica determinazione di dar vita all’università di Verona.
Un impegno che viene dal passato. Una decisione non facile e non scontata, ma adottata con uno slancio di “follia amministrativa” per proiettare Verona nel futuro, sollevandosi oltre gli orizzonti delle distruzioni e della povertà che la guerra non aveva risparmiato neppure a questa antica città, singolarmente ricca di bellezze artistiche e naturali. Una città che ama e frequenta la cultura sin dai tempi più remoti e che ha visto nascere la Biblioteca Capitolare e uno Studium che già in epoca medievale prefigurò gli studi universitari.
50 anni fa. In quell’aula dove nel 1959 si votarono due storiche delibere sono entrati sabato il corpo accademico, i dirigenti e gli studenti dell’Ateneo. Studenti che nel primo anno accademico furono 296 e che oggi sono oltre 23mila. Si iniziò raccogliendo l’eredità della Scuola Muratori, in attesa di un riconoscimento statale che sarebbe giunto solo nel 1963, grazie all’alleanza con l’Ateneo di Padova. 26 anni fa finalmente i tempi furono maturi per l’autonomia.
Tra presente e futuro. Oggi le otto facoltà offrono un ben più ampio ventaglio disciplinare degli inizi e l’Ateneo vanta eccellenze che lo segnalano non solo in campo nazionale. La città è ancora vicina alla sua Università: lo ha ribadito il sindaco Flavio Tosi parlando di “cinquant’anni di lungimiranza politica e strategica. Siamo qui per proseguire” ha concluso.
In sala erano presenti Giovanni Miozzi e Alessandro Bianchi, presidenti di Provincia e Camera di Commercio, i due enti che nel 1959 si affiancarono al Comune per sostenere la nascita dell’università.
L’università è uno spazio giovane. Oggi ancor più di ieri gli studenti vogliono sentirsi parte sempre più attiva della comunità Perché la cultura è sempre una condizione dinamica, è un’energia pulita che vivifica la società.
Davvero sabato non abbiamo assistito all’ennesima commemorazione, ma abbiamo visto rinnovarsi un patto per il futuro di Verona. Gaudeamus igitur.