Dopo aver attraversato tutta l'Italia in un viaggio di migliaia di chilometri iniziato l'anno scorso, il simbolo della manifestazione contro la violenza sulle donne è arrivato in università. L'anfora è stata esposta alla biblioteca Frinzi dando la possibilità a studentesse, studenti e docenti di lasciare un proprio pensiero su un tema forte come quello del “femminicidio”.
Segni di donna. L'anfora rimanda alla figura femminile, e alla sua unica capacità di contenere qualcosa, in questo caso la vita. Dipinta da Pina Nuzzo, delegata nazionale dell'Unione donne italiane, riporta i simboli della dea madre e la spirale della vita studiati da Marija Gimbutas archeologa e linguista lituana. I messaggi raccolti all'interno dell'anfora a partire dall'anno scorso verranno poi pubblicati in volume.
La testimone. “È una grande responsabilità essere la porta staffetta perché oltre a tutto quello che riguarda l'organizzazione non devi mai perdere di vista il vero significato della manifestazione – ha affermato Grazia Dell'Oste porta staffetta dell'Unione donne italiane per la regione Veneto – . Questo è un evento innovativo perché per una volta le donne scendono in piazza non per lamentarsi ma per darsi forza l'un l'altra, per conoscersi e uscire dal silenzio; credo che in questo modo anche tutte coloro che non hanno subito violenza abbiano l'opportunità di avvicinarsi a questo tema che in un modo o nell'altro le riguarda”.