Fino al 31 maggio nella Rettoria di San Giovanni in Foro sarà visitabile la mostra fotografica “Volti di guerra. Volti di pace”. L’installazione celebra il ventennale della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza, proponendo una seria riflessione sulla pace e sul tema dei diritti negati.
La mostra. Può un volto di guerra racchiudere un messaggio di pace e speranza? Osservando le fotografie dei bambini soldato della Repubblica Democratica del Congo la risposta non può essere che affermativa. “Volti di guerra. Volti di pace” è il titolo dell’esposizione che la Caritas Diocesana Veronese propone. Realizzata dal fotografo Roberto Cavalieri, la mostra rappresenta un’importante strumento di comunicazione alla cittadinanza per promuovere una coscienza di pace e per invitare a riflettere sugli impatti che i nostri stili di vita hanno a livello globale. “Un evento che rappresenta ciò che di nascosto c’è nella coscienza; quelle cose che si muovono con toni felpati, ma che sono anche le più vere, delicate e profonde” così ha introdotto la mostra don Bruno Fasani, che ha moderato l’incontro e dato la parola agli ospiti riuniti nella suggestiva Rettoria, scelta proprio perché molto frequentata e amata dai cittadini veronesi.
I percorsi didattici. Il progetto è stato realizzato a vent’anni dalla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza ed è inoltre parte di un percorso didattico rivolto alle scuole superiori di Verona e provincia, in stretta collaborazione con gli esperti di psicomotricità dell’associazione Confini Vaganti. “La mia esperienza in Congo con i bambini soldato è cominciata quasi per caso- ha raccontato Nicola Rovetti, rappresentante di Confini Vaganti – quando sono entrato in contatto con questa realtà è nato un progetto che si chiama Il gioco della guerra, che ha l’obiettivo di recuperare l’infanzia perduta di questi bambini, di ridare loro la dimensione del gioco che non hanno mai potuto vivere, in quanto coinvolti in prima persona in terribili conflitti”.
Il messaggio. Vivo apprezzamento per l’iniziativa è stato manifestato da Perla Stancari, Prefetto di Verona, che ha sottolineato l’importanza del messaggio della mostra, rivolto soprattutto ai giovani, oggi troppo spesso inconsapevoli delle brutali realtà vissute dai loro coetanei a migliaia di chilometri di distanza. “Non è facile rendere comprensibile la guerra ai ragazzi. – ha continuato Rovetti – E’ vista come qualcosa di molto lontano da loro, che non li coinvolge. Per questo abbiamo pensato di partire dal concetto di conflitto, da quelle situazioni conflittuali vicine a tutti noi, perché vissute da chiunque ogni giorno e in ogni ambiente”.
Oltre alla mostra, la Caritas veronese ha celebrato la Giornata Mondiale dei Diritti Umani con una serata-evento, in cui è stato presentato il film-documentario “Voci dal buio” – Ragazzi di camorra e bambini soldato di Giuseppe Carrisi, giornalista Rai, scrittore e documentarista. Un filmato che ha come protagonisti i bambini e i due “eserciti” di cui fanno parte: quello della periferia campana, delle giovani leve delle cosche criminali e quello della Repubblica Democratica del Congo, dei bambini soldati, sfruttati ed abbandonati. Due realtà geograficamente lontane, ma con questo triste comune denominatore. L’iniziativa è stata un modo per riflettere sul tema dei diritti negati nei Paesi del Sud del mondo, gettando un occhio anche qui “da noi”, in realtà molto vicine, e nonostante questo, spesso invisibili.