"Insegnare l'informatica ai bambini? Semplice, attraverso il gioco e il divertimento" è quanto sostiente Giovanni Michele Bianco che, con la collaborazione di alcune studentesse di Scienze della formazione primaria, ha realizzato un laboratorio dal titolo “L’informatica per bambini” all’interno di Infinitamente, il festival di scienze e arti ospitato dalla città scaligera.
E’ possibile insegnare l’informatica senza l’ausilio del computer? Stando a quanto abbiamo appreso dalle parole di Bianco pare proprio di sì. “Tutti devono superare la paura dell’informatica e giocare è il modo migliore per farlo”, ha spiegato il docente. “In questo momento”, ha proseguito Bianco, “i bambini stanno apprendendo l’algoritmo dell’ordinamento, solo che non lo sanno. Si stanno divertendo”. Quanto appreso dai giovani partecipanti al laboratorio verrà poi spiegato ai genitori degli stessi che riceveranno anche un fascicolo illustrativo. Ai ragazzi invece resterà un attestato di partecipazione.
“L’algoritmo si basa su delle regole precise, così come il gioco. Il trucco consiste nel trovare un gioco che i bambini possano capire e che abbia le stesse regole del concetto – nel nostro caso matematico – che si vuol far passare.”
Il metodo d'insegnamento. “Con i bambini sotto i sei anni funziona molto bene la mediazione iconologica, che si basa cioè sull’uso dell’immagine. Dopo questa prima fase subentra il racconto, la narrazione, quella fase cioè nella quale l’immagine non è più primaria ma funge da completamento. Entra in gioco un secondo tipo di mediazione, quella analogica. Il bambino impara sulla base di analogie: per far passare il complesso concetto delle connessioni sinaptiche basterà allora un semplice gioco. Ai bambini verrà detto di tenersi per mano e di stringere i pugni per simulare la pulsione dei neuroni. Un altro esempio di mediazione analogica”, prosegue Bianco, “consiste nel calarsi nel mondo che i bambini conoscono meglio: quello delle favole”. Così allora per spiegare l’articolata funzione di un microprocessore basterà fornire ai bambini l’analogia “il microprocessore è un re”, è cioè colui che distribuisce gli ordini ai quali i suoi “sudditi” devono obbedire