Il ciclo di conferenze Unicef entra nel vivo. Nascosto dietro ai paraventi di un titolo che è quasi uno slogan programmatico: “Non fare, fare o fare bene?” il quarto incontro del corso universitario di Educazione ai Diritti Umani ha visto la partecipazione di Francesco Belletti, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, Luigi Cittarella, membro del comitato della Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, Roberto Salvan, direttore generale di Unicef Italia e Flavio Tosi, primo cittadino di Verona. La tavola rotonda svoltasi mercoledì 14 aprile nella Sala Silos recentemente ristrutturata di Ponente della Ex caserma Santa Marta, è stata coordinata e introdotta da Federico Perali direttore del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Verona.
Bambini, diritti e osservatori sui diritti. La città è… o almeno può essere amica dei bambini? È questo Il fil rouge, tema del giorno e argomento conduttore, di un incontro che nasce come indagine e diventa spunto per discussioni costruttive sul “cosa si vuole poter fare” per un progetto futuro di città (e società) che tenga conto di differenze di generi ed anche di generazioni perchè il concetto di cittadino include direttamente anche il concetto di bambino.
Parlando di diritti. “L’ascolto delle esigenze dell’elemento più debole del nucleo famiglia, ovvero il bambino, dev’essere, soprattutto a livello locale, un obbligo – spiega Francesco Belletti – e migliori processi partecipativi sono auspicabili”. Il verbum dei conferenzieri ha migrato nella direzione dei vari aspetti (violati) della convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia in alcuni Paesi a noi vicini. “Da Israele in cui vige un approccio del tutto particolare al tema bambini e conflitti armati, alla Svizzera Federale che al variare del Cantone differenzia la tutela all’infante sino al punto che alcune famiglie preferiscono trasferirsi di poche decine di chilometri alla ricerca di una situazione legislativa migliore – afferma Luigi Cittarella che prosegue – e la Spagna, dove un desueto codice penale indica come età minima per l’imputabilità gli otto anni”.
Livello nazionale e livello locale. “Quello che manca in Italia, a livello legislativo nazionale, è una cultura dell’infanzia. Esiste un riconoscimento del diritto alla famiglia ma non vi è un vero e proprio diritto dei bambini ”. Sono queste le parole che riassumono l’intervento di Roberto Salvan. La conclusione spetta a Flavio Tosi che, arrivato al microfono non senza schivare alcuni quesiti polemici del pubblico in sala, ha preferito evitare d’addentrarsi sul tema dell’incontro optando per una arringa sull’operato della amministrazione comunale da lui presieduta.
Il prossimo appuntamento è mercoledì 21 aprile. “Massimizzazione del benessere sociale e del profitto individuale: finalità in conflitto?”. Maggiori informazioni sulla pagina web di Unicef Verona.