Monia Andreani, docente di Diritti umani all'Università per Stranieri di Perugia, ospite dell'università nel primo di tre incontri della rassegna “Il corpo delle donne-l’uso e la rappresentazione del corpo femminile nei media”. Il ciclo di tre incontri è sostenuto e promosso dal Comitato pari opportunità dell’ateneo.
Essere donna, dentro e fuori dal video. "Tv, pubblicità e fiction rappresentano le donne in modo dannoso, deturpandola di tutto il suo essere – spiega Monia Andreani che prosegue – il successo oggi lo si ottiene soltanto vendendosi, essendo un prodotto, merce per coloro che ci stanno attorno e ci guardano." Ed il modello che si segue per questo è la pornocrazia, forma di governo, di pensiero, l'elemento caratteristico è la capacità della donna di creare un potere personale, attraverso il linguaggio del corpo, crea così una relazione col potente, che sostituisce il potere del potente e talvolta gli sopravvive.
Donna in contrapposizione all'uomo. La donna proposta dai mass media sembra voler accontentare i desideri presunti dell’uomo abdicando completamente di essere altro. Ridotta a oggetto sessuale, conduttrice muta ed in ruoli assurdi. La docente afferma inoltre: “Essere autentici è forse uno dei diritti fondamentali dell’uomo, riconoscere i propri bisogni la donna, ha così introiettato in questi anni un modello di pensiero e di sguardo maschile, il modello corrente femminile non ci rappresenta, tant’è che usano modelli di attrazione maschile per colpire delle donne.
Donna, potenziale femminista. Ogni donna è in profondità una potenziale femminista e lo è per un motivo: nella memoria collettiva, nell’immaginario collettivo oramai esiste una donna che non ha più paura di desiderare. È dunque chiaro che l'uguaglianza che deve essere cercata dal "nuovo femminismo" non è quella, per la donna, di essere considerata come l'uomo, ma quale donna, uguale in dignità all'uomo, ma diversa da lui.
Dialogo tra realtà culturali e sociali. “Ci siamo rese conto che l’università debba dialogare di più e meglio con le realtà culturali e sociali che le stanno attorno – afferma Ludmila Bazzoni studentessa di Lettere e ideatrice del ciclo di incontri – vogliamo offrire a studenti e docenti un momento di confronto sulla rappresentazione del corpo della donna e sull'uso che ne viene fatto dai mass media. Interrogarsi di perché la donna ha assunto il significato di essere donna-oggetto”.