Torna l’Erasmus day. Occasione d’incontro tra ragazzi di diverse culture e diverse lingue: Oltre 300 gli studenti presenti all'evento
L’evento. Alle 11 di giovedì 5 maggio, dopo ore di indecisione e nervi tesi a causa di un primaverile alternarsi di pioggia e sole, i telefoni degli studenti Erasmus coinvolti nell’organizzazione squillano. Sono i responsabili dell’Ase – l’Associazione studentesca erasmus – all’altro capo del telefono: “la festa si fa”, dicono. E il quartiere in cui ha sede l’università entra in fibrillazione. A mezzogiorno dal parco Passalacqua inizia a provenire una musica che attira curiosi e ragazzi che sanno cosa li aspetta: una volta oltrepassato il cancello si trovano studenti provenienti da tutta Europa con banchi pieni di cibo e bevande tipici dei loro Paesi, e decine di giovani in attesa dell’inizio della festa. Nel pomeriggio il volume della musica aumenta e nel parco sono in centinaia a festeggiare.
Gli Erasmus e i loro racconti. Irene, una ragazza spagnola che studia giornalismo, ha detto che è in Italia da pochi mesi ma si è già innamorata del Belpaese. “Credo di avere più amici qui che a Siviglia – ha detto Irene con un delizioso accento spagnolo – molti sono italiani ma la maggior parte sono tedeschi, polacchi e brasiliani”. E anche questi suoi amici si sono divertiti a raccontare la loro esperienza. Felix, uno studente bavarese, ha detto di essere stato in vacanza a Verona con la famiglia alcuni anni fa e, appena ha potuto, è tornato per studiare economia qui. “Proviamo cibi di tutto il ‘mundo’ – ha detto Eduardo, uno studente brasiliano – balliamo e ci divertiamo con tutti”. Il clima di allegria ha coinvolto davvero tutti i presenti e la festa si è protratta fino a tarda notte nei locali veronesi e negli appartamenti dei ragazzi.
Le vivande. Oltre a ballare, durante la festa chiunque ha potuto assaggiare le vivande tipiche dei Paesi da cui gli studenti in viaggio di studio qui hanno preparato per l’occasione. Dalla paella spagnola al brezen tedesco – pane tipicamente bavarese bagnato nella soda caustica – fino alla torta di cipolle con un nome impronunciabile preparata dai polacchi. Un incontro di sapori e culture che vale la pena provare.