Torna anche quest’anno la Festa dei popoli giunta ormai alla sua 19esima edizione. L’evento, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Verona, è stato organizzato dal Centro pastorale immigrati, il Centro missionario diocesano, la Caritas diocesana veronese, i missionari comboniani, il Cestim, il Centro studi immigrazione, l’Associazione degli immigrati, il Movimento dei focolari e l’Associazione villa Buri onlus.
Gli appuntamenti. Un appuntamento importante è atteso per il 23 maggio a villa Buri a partire dalle 15, per gruppi, associazioni e per l’intera città che richiama ogni anno oltre 10.000 persone desiderose di incontrarsi, conoscersi, scambiare opinioni e sostegno. Il ricco appuntamento prevederà momenti di musica e danze dal mondo, alternati con altri dedicati alla scoperta dell’artigianato e della cucina dei diversi popoli. Nella stessa giornata una festa dei popoli si svolgerà a Nogara; i successivi appuntamenti sono previsti per il 13 giugno a Colà di Lazise e il 5 settembre a Villafranca.
Perché la Festa dei popoli? “In occasione della Festa dei popoli dello scorso anno – ha affermato don Giuseppe Mirandola, direttore del centro pastorale Immigrati-Migrantes – abbiamo preso come slogan ‘Non più stranieri né ospiti ma cittadini’, per sottolineare l’importanza di riconoscere gli immigrati come persone facenti parte della nostra società. Sono cittadini con diritti e doveri che, se ben integrati, partecipano pienamente alla costruzione del nostro futuro. Per la Festa dei popoli di quest’anno abbiamo scelto di continuare la nostra riflessione fissando l’attenzione su un gruppo specifico di questi concittadini: le seconde generazioni. I figli degli immigrati che sono venuti in Italia per effetto dei ricongiungimenti familiari o che qui sono nati. Lo slogan della 19esima edizione è infatti ‘Perché vedano più lontano di noi’, un profondo augurio affinché i figli degli immigrati assieme ai loro coetanei possano vedere una società che cresce nella conoscenza reciproca, nella convivenza pacifica e nella fraternità”. Le seconde generazioni guardano con maggiore esperienza, quella acquisita dai propri genitori, e quindi con maggiore attenzione al futuro, partendo da quello che di positivo è stato realizzato in ambito di convivenza e integrazione. La posizione delle seconde generazioni è unica e decisiva per la crescita della nostra società. A Verona vanno a scuola, frequentano le attività ricreative e formative, qui frequentano le parrocchie: qui è la loro vita. Le seconde generazioni devono però anche affrontare grandi fatiche per realizzare i propri sogni e portare a maturazione le potenzialità che hanno racchiuse in sé. “La19esima edizione della Festa dei popoli – ha dichiarato Giuliano Ceschi, direttore della Caritas diocesana vuole creare momenti e luoghi di incontro perché Verona non sia conosciuta nel mondo solo come la terra di Giulietta e Romeo ma, piuttosto, come la ‘casa dalle porte aperte verso tutti’ senza preclusioni e pregiudizi”.