‘Garibaldi sugli scudi, Garibaldi sugli schermi: il generale tra fotografia, film e fiction tv’ è il suggestivo titolo della conferenza che Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia del cinema nell’ateneo scaligero, ha tenuto alla Società letteraria. Presenti all’incontro anche Daniela Brunelli, presidente della Società letteraria e Mario Allegri, docente di Letteratura italiana all’università.
Garibaldi e il culto dell’eroe. Il fatto che Garibaldi sia un personaggio strepitoso, stando alle parole di Allegri, non gli ha comunque permesso di ottenere la gloria che avrebbe meritato. “Se fosse vissuto in Francia o in America sarebbe diventato uno dei più grandi eroi del cinema e della letteratura. – ha detto Allegri – Perfino il generale più becero dall’altra parte dell’oceano otterrebbe i più grandi onori”. Ma qui siamo in Italia e dalle parole del docente traspare una certa delusione per come è stata sottovalutata la figura di quest’uomo, così carismatico da riuscire in un’impresa che sarebbe apparsa impossibile a chiunque altro: unificare l’Italia.
Un album fotografico per non dimenticare. Beltrame ha mostrato una serie di scatti inediti, conservati in Francia in un’unica copia, che illustrano i passaggi di Garibaldi e del suo seguito alla conquista dell’Italia. Foto di un’epoca lontana, scatti densi di eroismo che si concludono con il celeberrimo ritratto del generale-eroe in posa fiera e guerriera, con la mano destra pronta ad impugnare la sciabola. E questa foto ha avuto un successo tale da inaugurare il cosiddetto culto del corpo dell’eroe ferito, che ha fatto di Garibaldi un mito nel secolo scorso. E il culto del suo corpo è stato così forte da impedire che le sue ultime volontà – la scelta di essere cremato – non potessero essere rispettate per non deludere un popolo che tanto aveva creduto in quel corpo. Così venne seppellito a Caprera, intatto, dove il suo corpo è ancora custodito. Ma se ha saputo usare la propria immagine così bene non è stato da meno con le immagini di guerra.
Garibaldi, Dumas e la fotografia. Per testimoniare le conseguenze delle battaglie contro l’esercito Borbonico, Garibaldi decise di intraprendere un viaggio insieme ad Alexandre Dumas e ad un fotografo così da poter testimoniare quotidianamente ciò che le battaglie lasciavano: morte, distruzione, macerie. “L’uso che Garibaldi ha saputo fare dei media – ha detto Beltrame – è incredibile. Soprattutto con la fotografia ha fatto una propaganda eccelsa delle sue imprese e ha ispirato generazioni di giovani mossi da ideali patriottici”. Un progetto ambizioso quello di Garibaldi, insomma, che coniuga giornalismo e fotografia. Un modo di vedere il mondo più che moderno, contemporaneo.