Per il ciclo Io scrivo, tu mi leggi. Incontro con l’autore la biblioteca Frinzi ha ospitato l’inaugurazione della mostra fotografica Crisi dimenticate, curata da Medici senza frontiere. Presenti all’evento Giovanni Di Cera, coordinatore del gruppo Medici senza frontiere di Verona e Daniela Brunelli, direttrice della biblioteca.
L’incontro. Giovanni di Cera, coordinatore del gruppo veronese di Medici senza frontiere, è stato padrino dell’incontro di presentazione della mostra fotografica che documenta la storia di alcuni tra i Paesi più poveri del pianeta, con immagini forti e stimolanti. Immagini crude ma proprio per questo capaci di suscitare anche nello spettatore più frettoloso un sussulto di angoscia nel vedere gli occhi di un bambino che muore di fame quando qui si vive all’insegna degli agi e degli sprechi. Ho deciso di far posizionare le foto sulle scale della biblioteca – ha spiegato Daniela Brunelli – perché qui ogni giorno passano centinaia di persone. Molti sono studenti universitari sempre di fretta. Ma anche la persona più insensibile non potrà fare a meno di notare gli occhi che la fissano da queste pareti, un giorno o l’altro”.
La mostra. “I fotoreporter che hanno scattato queste foto sono alcuni tra i più famosi e quotati nel panorama internazionale”, ha voluto chiarire di Cera. Tra i nomi spiccano Sven Torfinn, che si è occupato degli scatti in Sudan e Darfur; Yann de Fareins, che ha lavorato nello Sri Lanka; ma anche Barbara Sigge che ha voluto testimoniare le malattie dimenticate e con loro molti altri. Dieci grandi fotografi raccontano, attraverso le immagini, dieci crisi dimenticate.
Le crisi dimenticate. Parole volutamente forti quelle di Brunelli e Di Cera, come lo sono le immagini che documentano le cosiddette crisi dimenticate. Ma che cosa sono le crisi dimenticate? “Sono quelle tragedie dell’umanità di cui i media, dopo un iniziale interesse, smettono di parlare. E si sa che nel mondo globalizzato la gente ha la memoria corta”, ha detto Di Cera. Di qui l’importanza di una testimonianza che è immediata perché visiva. Dopotutto le immagini spesso valgono più di mille parole. Ed è così che nasce anche il progetto Adotta una crisi, menzionato più volte durante l’inaugurazione e preso a cuore anche dal giornale scaligero per eccellenza, l’Arena di Verona, che già da un paio d’anni porta avanti questo progetto in quanto medium cittadino capace di dare voce ad una associazione come Medici senza frontiere, che ha bisogno dell’ascolto dei giornali e delle televisioni per portare avanti iniziative benefiche di sostegno alle popolazioni in crisi.