"Cronaca di un progetto" è una delle iniziative presentati durante “Carcere e mondo della pena: un contesto da umanizzare”. Ad Illustrare il programma, ideato da Giuseppe Tacconi, Giorgio Gosetti e Federica De Cordova, è Gosetti, docente di Sociologia del lavoro dell'ateneo.
Come nasce "Cronaca di un progetto"?
È nato dalla coesione tra due istituzioni : giuridico e formativo, l’ Uepe, Uffici di esecuzione penale esterna con il carcere di Montorio e l’università. Il penitenziario ha appoggiato l’iniziativa ospitando gli studenti al suo interno per momenti di formazione e confronto.
Quale fattore ha spinto lei e i suoi colleghi a promuovere l'iniziativa?
La vocazione in questo campo. Essendo un trio di docenti della facoltà di scienze della formazione, il nostro interesse è stato scavalcare i confini dell’ università per andare oltre. Lavorando sui limiti che l’istituzione predispone, abbiamo cercato di creare un’ interazione tra gli studenti e i detenuti.
In concreto in cosa consiste?
A cadenza settimanale un gruppo di circa 10 studenti è ospitato nel carcere allo sportello informativo. La loro funzione è dare informazioni ai dismittenti, "gli scarcerati" con in libertà vigilata, per aiutarli nella ricerca di una casa e del lavoro fuori dalla prigione. Gli studenti universitari che svolgono un tirocinio nella casa circondariale di Montorio hanno la possibilità di aiutare delle persone vivendo un’ esperienza invidiabile.
Avete incontrate delle difficoltà?
All’inizio ci sono stati dei problemi perché il carcere è un ambiente particolare. I detenuti sono persone con problemi famigliari che li hanno portati a compiere atti criminali e quindi al carcere. Ma gli studenti che hanno partecipato al progetto hanno interpretato questa opportunità come una sfida, per mettere in pratica gli insegnamenti appresi nel corso di laurea.
Quale obiettivo si pone il progetto?
Lo scopo era di creare una collaborazione tra le due istituzioni: carcere e università. Grazie alla disponibilità del direttore della casa di detenzione questo è stato possibile. Attraverso degli studi di ricerca e di formazione, gli studenti hanno sviluppato delle capacità di adattamento a situazioni diverse, accompagnando i detenuti nel loro nuovo percorso di vita fuori dal carcere.
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