Al via la terza edizione di Infinitamente. Il festival di scienze arti si è aperto con l'inaugurazione a Palazzo Forti della mostra fotografica “Blow up – immagini del nano mondo”- in programma fino al 17 aprile – ideata dal Centro S3 di Modena con il contributo della fotografa Lucia Covi e organizzata dal comune di Verona, in collaborazione con l'università scaligera. Un viaggio visivo tra scienza e fotografia nel mondo, alla scala dei miliardesimi di metro. Immagini che uniscono estetica e rigore scientifico, alla scoperta della bellezza nascosta nelle profondità della materia.
L'inaugurazione. Ha dato il benvenuto Maria Fiorenza Coppari, coordinatore dell'Ufficio comunicazione integrata d'Ateneo, che ha ricordato come quest'anno il festival di Infinitamente sia inserito nel calendario della Brain Awareness Week, la settimana mondiale del cervello. A seguire i saluti di Paola Marini, direttrice del museo di Castelvecchio, i Musei Civici e la galleria Palazzo Forti, Erminia Perbellini, assessore alla cultura di Verona e Stefano Ghelli Santuliana, presidente del consorzio Tuttintorno, partner di Infinitamente. Presente anche Alessandro Mazzucco, rettore dell'università scaligera. “Infinitamente si inserisce all'interno della 'terza missione' dell'Ateneo – ha dichiarato il rettore – che deriva da un patto sociale tra l'università e la comunità ed ha l'obiettivo di divulgare il sapere. Questo festival rappresenta il felice connubio tra l'intrattenimento e il piacere culturale”. Ha chiuso la conferenza l'intervento di Renato Meneghetti, autore dell'installazione artistica “Optional” alla Gran Guardia.
Perchè un mostra. Per raccontare i motivi e gli obiettivi di Blow-up è intervenuta Elisa Molinari, direttrice del Centro S3 – istituto di ricerca tra i primi in Italia ad occuparsi di nanoscienze e nanotecnologie – e ideatrice della mostra. “Le immagini della mostra provengono dai laboratori della ricerca – ha dichiarato Molinari – e raccontano una dimensione difficile da afferrare, quella del nanomondo. Uno dei motivi che ci ha spinto a pensare a questa mostra è stata la volontà di condividere con il pubblico il panorama nel quale noi ricercatori ci muoviamo, al di là di tutte le rappresentazioni, più o meno fantasiose, che ne danno i romanzi e i film. Abbiamo voluto metterne in luce gli aspetti più belli – ha concluso la ricercatrice – ma per questo ci serviva uno sguardo esterno, una competenza che a noi mancava. Per questo ci siamo rivoluti a Lucia Covi”. Lucia Covi, fotografa, ha parlato in termini entusiastici dell'esperienza. “E' un progetto che mi ha molto emozionata contribuire a realizzare; poter entrare nei laboratori in cui si vede un mondo che non è ancora stato visto da nessuno. E' stato anche molto impegnativo perchè dopo aver visto centinaia di immagini il mio lavoro è stato quello di sceglierne alcune, elaborarle e il più delle volte colorarle. Mi sono sentita investita di una responsabilità, poiché la prima immagine che si vede di un mondo è quella che crea l'immaginario di una persona. Gli scienziati non cercano la bellezza, ma questa esiste ed era mio desiderio quello di mostrarvela”.