La giullarata popolare all'insegna della comicità e della drammaticità più travolgenti. Il celebre “Mistero buffo” del premio Nobel Dario Fo portato in scena da Mario Pirovano, fabulatore di grande talento per anni allievo di Fo, sul palco dell'aula magna del Polo Zanotto. Il suo tributo è diventato un augurio di compleanno al maestro che il 24 marzo compirà 85 anni.
La propensione al divertimento. Sono queste due caratteristiche speciali e uniche dell'essere umano, secondo le parole di Maria Fiorenza Coppari, coordinatrice del festival Infinitamente. E nel presentare Mario Pirovano, ospite dell'Ateneo scaligero, ha dichiarato: “Mistero Buffo, questa sera, è affidato ad una persona che di Dario gode la massima stima, è uno dei suoi più strepitosi e validi collaboratori ed è uno dei migliori interpreti delle opere di Dario Fo. Ha avuto l'occasione, anni fa, di presentare per la prima volta in assoluto, lo spettacolo davanti a Fo in un altro ateneo, quello di Firenze. Questa sera Mario Pirovano è gradito ospite della nostra università”.
Le quattro giullarate. Quelle che l'istrionico attore ha presentato al numeroso pubblico sono tra le più appassionanti del "Mistero Buffo". "La Resurrezione di Lazzaro" è la descrizione parodistica di uno dei miracoli più conosciuti, raccontato come un grande “happening” del tempo. A seguire "La fame dello Zanni" che racconta la storia di una fame cieca e delirante attraverso contorsioni da funambolo e incubi a occhi aperti. Terza giullarata, quella di "Bonifacio VIII" che vede il Pontefice prima nell'ostentazione del suo potere e della sua ricchezza, poi nell'incontro-scontro con Gesù, sofferente e immolato per la salvezza dell'uomo. Ha concluso la serata "Il primo miracolo di Gesù Bambino", poetico racconto tratto dai Vangeli apocrifi: come il piccolo Jesus, che fa volare gli uccellini di argilla fatti dai compagni, reagisce alla prepotenza di chi glieli distrugge. Un'interpretazione scoppiettante e coinvolgente quella di Mario Pirovano, che su un palcoscenico vuoto e senza musica è riuscito a creare scenografie immaginarie e a condurre personaggi diversissimi tra loro. Un modo di fare teatro molto vicino alla capacità di improvvisazione, tutto giocato sulle capacità mimiche e affabulatorie dell'attore. Un successo strepitoso e applausi a non finire.