Come si apprende una lingua? Qual è l’età giusta per farlo? E’ importante conoscere più lingue? Come reagisce il nostro cervello? A queste domande hanno risposto Paolo Balboni, Roberta Facchinetti e Alessandra Tomaselli, protagoniste della conferenza “Conoscere le lingue per capire il mondo” . A coordinare l’incontro Elena Cardinali, giornalista de L'Arena di Verona.
Tante lingue, diverse grammatiche. Per avere un forte apprendimento con le lingue, queste devono essere interiorizzate, capite, comprese. “Per facoltà di linguaggio – spiega Tomaselli – si intende la capacità di acquisire la grammatica di una lingua”. La professoressa Tomaselli, docente di linguistica dell’università di Verona, ha parlato di Chomsky e della “teoria dell’innatismo”. Secondo questa teoria esistono delle grammatiche innate, cioè presenti nel cervello sin dalla nascita, grazie alle quali i bambini acquisiscono una o più lingue con maggiore rapidità di quanto sarebbe possibile senza la presenza di strutture innate. A tal proposito nasce la "Grammatica universale" che enunicia: i principi della grammatica siano condivisi da tutte le lingue.
Paolo Balboni. Il docente dell’università di Venezia, nell’ambito della sezione “Cosa succede nella mente quando si acquisisce una lingua” ha parlato dei meccanismi della mente. “Tantissimi sono i meccanismi della nostra mente. – espone Balboni – Quando, da bambini impariamo le lingue, non abbiamo, una volta adulti, più bisogno di riflettere quando parliamo. Con le lingue, più usi il cervello, più energie usi”. Consapevole del fatto che il monolinguismo è una “malattia curabile”, il docente ha esposto l’importanza dell’apprendimento delle lingue ammettendo che più lingue si conoscono, più si comunica meglio, più si è liberi e culturalmente avanti.
Roberta Facchinetti. Ha concluso l’incontro la docente di lingua e linguistica inglese dell’università di Verona Roberta Facchinetti che, attraverso un’analisi sulla comprensione della lingua inglese, ha spiegato come, a qualsiasi età, si possano imparare le lingue. “Se si conosce solo una lingua – ha detto la docente – si è poveri culturalmente”.