Cari Colleghi e cari Studenti dell’Ateneo di Verona, sulla vicenda della creazione di un campus universitario a Verona c’è stato e continua a esserci un vivace dibattito. Il Dipartimento di Scienze Economiche, la cui sede è collocata nell’area oggetto di discussione, si augura che il progetto finale serva allo sviluppo di tutte le strutture universitarie che costituiscono la tessitura di un campus universitario propriamente inteso. Auspica inoltre che il progetto consenta la piena integrazione tra università e Città, rendendo fruibili agli studenti, al quartiere e alla Città gli spazi senza frapporre barriere, anche architettoniche. In questo contesto, da varie fonti di informazione sembra emergere l’immagine del Dipartimento come di un piccolo, se non irrilevante, gruppo di docenti motivati dal proprio interesse “particulare” e oltremodo infastiditi dalle prospettive di un piccolo trasloco. Questa immagine è fuorviante. Desideriamo innanzitutto segnalare a tutta la comunità accademica (docenti di questo e di altri dipartimenti, studenti dei corsi di laurea triennali, magistrali e di dottorato, personale tecnico-amministrativo) e alla Città che afferiscono al Dipartimento di Scienze Economiche circa 60 persone fra docenti e personale amministrativo. Se teniamo conto anche di visiting professors, assegnisti di ricerca, dottorandi e collaboratori di ricerca la dimensione del Dipartimento sale a circa 120 persone che hanno a cuore il proprio servizio, il prestigio dell’Università nella quale operano e la necessità di mantenere primariamente con gli studenti, ma anche con il territorio, gli impegni assunti, scientifici e didattici. Come altri docenti dell’Ateneo, i componenti del Dipartimento di Scienze Economiche – economisti, statistici, matematici e storici – sono impegnati in attività didattica in corsi di laurea e di laurea magistrale offerti nelle Facoltà dell’Ateneo, in attività di formazione alla ricerca nei corsi di dottorato ed in attività di ricerca scientifica in progetti Prin, Firb, Joint Projects ed in una varietà di progetti finanziati dal territorio. Presso il Dipartimento di Scienze Economiche si tengono in media 40 seminari all’anno di cui circa la metà con ospiti internazionali. Inoltre, il Dipartimento dall’inizio del prossimo anno accademico sarà impegnato con i corsi della Scuola di Dottorato del Veneto, primo tassello della Fondazione Univeneto auspicata dai massimi organi di governo universitari. A causa degli imprevisti sviluppi correnti, diventerà molto difficile mantenere questi impegni e ospitare i circa 40 dottorandi del primo anno del Dottorato congiunto. Infine, ma d’importanza primaria, il Dipartimento di Scienze Economiche ritiene di avere ben chiaro l’interesse generale dell’Ateneo. Per questo motivo, non si è mai opposto a trasferirsi in altra sede – si tratta del terzo trasloco in sette anni – dove però deve essere garantita almeno l’attuale funzionalità. Siamo tuttavia preoccupati dalla prospettiva di un trasferimento in una struttura di meno di 500 metri quadrati, quale è quella evocata in varie sedi e che indiscutibilmente non può garantire la funzionalità necessaria, rispetto all’attuale, appena sufficiente, di un migliaio di metri quadri. L’attuale Palazzina 32 che ci ospita comprende laboratori per gli studenti delle lauree magistrali e dei dottorandi, spazi per l’accoglienza dei visiting professors, spazi per i centri di ricerca, una biblioteca con spazi ristretti per la consultazione da parte degli studenti, un’aula didattica a servizio del dottorato e un’aula seminari capace di contenere tutti i docenti. Questi spazi funzionali devono essere garantiti nella nuova sede che ospiterà il dipartimento per circa altri tre anni, in attesa del successivo trasloco in Santa Marta. Confidiamo che la collaborazione tra Ateneo, Amministrazione comunale e, se necessario, altre Istituzioni presenti sul territorio consenta di individuare una soluzione idonea a consentire la prosecuzione di tutte le attività attualmente svolte da questo Dipartimento.
I componenti del Dipartimento di Scienze Economiche
Prendo atto della disponibilità del Dipartimento di Scienze economiche e auspico che con ritrovata serenità si individui la soluzione per il disagio inevitabile del trasloco. Per affrontare in modo costruttivo il tema sollevato ritengo serva, però, un approccio realistico alla questione del cosiddetto “campus”. L’iniziale progettualità degli anni Novanta, priva peraltro di un piano finanziario, è stata, infatti, definitivamente archiviata da quando il Comune è diventato proprietario dell’area Passalacqua trasferitagli dalla Fondazione Cariverona. L’oggettivo beneficio scaturito dalla fattiva collaborazione instaurata dall’Ateneo con l’amministrazione attuale è stato il superamento delle precedenti pretese economiche del Comune per il trasferimento di parti dell’area di eventuale interesse universitario e la concessione a titolo gratuito di una porzione del compendio di quarantamila metri quadrati all’Università per un progetto complessivo di sua autonoma scelta. Forse il problema a questo punto è anche semantico. Ben sappiamo che il termine “campus” normalmente identifica l’intera area di pertinenza – anche residenziale – di un ateneo. Sembra evidente che la storia stessa dello sviluppo dell’ateneo di Verona abbia determinato un altro assetto logistico, peraltro non privo di validità. Le varie sedi universitarie vivificano il tessuto urbanistico e sociale della città. Mi riferisco al quartiere di Veronetta, ma anche a quello di Borgo Roma. E il progetto per il compendio Santa Marta-Passalacqua è una soluzione di grande pregio per l’Ateneo e per la città, anche sotto il profilo di questa integrazione che avvertiamo sempre più necessaria per il futuro di Verona.
Alessandro Mazzucco