Il 18 aprile a partire dalle 15 la biblioteca Capitolare di Verona apre le porte alla storia romana. In occasione della pubblicazione dell’opera “Epigrafi romane di Transilvania”, Gian Paolo Marchi, docente di Letteratura italiana dell’università e Gàbor Szabo, rettore dell’università ungherese Szeghed Tudomanyegyetem, presenteranno una giornata di studio sulla presenza dell’egemonia di Roma nelle province del Danubio. Tra gli interventi anche quello di Alessandro Mazzucco, rettore dell’università.
Il progetto. La giornata di studio è frutto di una ricerca inaugurata nel 2008 da Alfredo Buonopane, docente di Storia romana dell’università. Il progetto è stato promosso e realizzato grazie alla cooperazione culturale e scientifica tra l’università di Verona e quella di Szeged.
Le ricerche sono state compiute con il sostegno di fondazione Cariverona, mentre la pubblicazione è stata realizzata con il contributo di fondazione Cattolica Assicurazioni e Cartiere Fedrigoni di Verona. La riproduzione del manoscritto è stata liberalmente concessa dalla biblioteca Capitolare di Verona.
Il convegno. A presentare l’opera “Epigrafi romane in Transilvania” sarà Livio Zerbini, direttore del Laboratorio sulle antiche province danubiane dell’università di Ferrara. Con i contributi di numerosi docenti dell’università di Verona e delle università del territorio danubiano, l’incontro proseguirà nel pomeriggio con una tavola rotonda coordinata da Alberto Castaldini, addetto culturale dell’Ambasciata Italiana di Romania.
Studi e ricerche sono state effettuate da Gian Paolo Marchi e Jozsef Pal, docente dell’università di Szeged in Ungheria.
Le epigrafi. Il manoscritto che si conserva nella Capitolare di Verona, oggetto di questi studi, fu acquisito dalla biblioteca come donazione testamentaria di Scipione Maffei, come testimonia l’annotazione a penna dello stesso Maffei sul margine inferiore del frontespizio. Le epigrafi costituiscono un patrimonio emerso nel corso degli scavi eseguiti nel 1722 per la costruzione della fortezza di Carlsburg. Per interessamento di Apostolo Zeno e Scipione Maffei, i reperti vennero avviati a Vienna per essere destinati al progettato Museo Imperiale di Iscrizioni. Giuseppe Ariosti, colonnello dell’esercito imperiale, esegui il rilievo grafico delle iscrizioni provenienti dagli scavi e allesti tre manoscritti con i disegni delle epigrafi, destinati ad alte personalità tra cui Maffei.
La partecipazione è libera e gratuita