Libri, periodici e la rivoluzione del digitale. Sono intervenuti al convegno “Trent’anni di presenza della stampa e dell’editoria a Verona e le sue prospettive”, organizzato in Società letteraria per il trentesimo anniversario del gruppo editoriale Cierre, Giuseppe Franco Viviani dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona, Giancarlo Volpato, docente di Bibliografia e biblioteconomia, Tristano Volpato, ricercatore dell’università di Freiburg, Daniela Brunelli presidente della Società letteraria di Verona e Marco Girardi, ricercatore di Cierre. Ha moderato Francesco Butturini preside del Liceo Maffei.
L’editoria libraria. La crisi del settore editoriale viene spesso attribuita alla crisi economica. “Nel caso scaligero, un elemento determinante la crisi del settore è stata l’uscita di Mondadori” ha analizzato Viviani. Nel corso dei trent’anni appena trascorsi, si sono contati nella provincia di Verona 637 editori. Lo studioso ha suddiviso questi editori in 387 da lui definiti “occasionali”, come gli enti di interesse di pubblico e le associazioni, e 250 “professionisti”, tra cui quelli che si occupano di divulgazione culturale, scientifica, edizioni d’arte, il settore del profit e del digitale. “ Nel complesso si tratta di un’editoria minore, dalle tirature modeste e con una visibilità scarsa sul mercato” ha detto Viviani. Che cosa rappresenta l’editoria a Verona? “È uno specchio, secondo me veritiero, della cultura perché il settore editoriale, come il settore culturale, si caratterizzano per la tanta energia, le tante risorse, ma anche per la poca organizzazione settoriale. Il grosso problema di Verona è che manca un polo catalizzatore delle tante iniziative” ha concluso Viviani.
I periodici. Dal 1980 al 2000 sono uscite, in territorio scaligero, 612 testate. “Se la stampa è figlia del suo tempo, i periodici sono i figli prediletti del loro tempo” ha spiegato Giancarlo Volpato che ha analizzato le pubblicazioni con sede legale a Verona. Lo sviluppo dei periodici, la loro nascita o la loro scomparsa, dipende da numerosi fatti. “Tantissimi sono stati i giornali sportivi pubblicati dopo la vittoria dello scudetto nel 1985 – ha esemplificato Volpato -. Se in un Comune, si va a votare 3-4 volte in 10 anni, nasceranno almeno tre nuovi periodici, per accontentare la parte al potere.” Nel periodo che va dal 2001 al 2010 si contano invece 514 testate. “Accade che nascono tantissime testate soprattutto free-press e riviste commerciali, mentre i giornali on-line nascono e muiono praticamente alla velocità della luce – ha detto il docente -. Vi è stato un leggero cambiamento di interesse. Sono aumentate le produzioni contenutistiche più alte mentre sono calate quelle economico-commerciali. Per quanto riguarda gli editori dei periodici, non si ha la possibilità di ricondurre il settore a un solo gruppo editoriale perché quasi tutti, eccetto le istituzioni importanti, sono emanazioni di associazioni e piccoli enti. È un controllo che sfugge di continuo” ha concluso Volpato.
Quanto leggono i veronesi? In un'analisi sociologica, dal titolo “La lettura a Verona”, Tristano Volpato ha illustrato la situazione in cui versa il settore librario scaligero. “Il lettore veronese legge di più rispetto agli anni Novanta, ma non è un lettore assiduo – ha analizzato il relatore – non sempre è interessato alla lettura specialistica, preferisce acquistare in determinati periodi dell’anno, ad esempio sotto le festività e, alla libreria, preferisce la comodità e la convenienza dell’acquisto on-line.”