Ha corso la maratona di New York e la Marathon des Sables nel deserto del Marocco. Ha attraversato due volte gli oceani in barca a remi. Nel 2003 e nel 2009 ha partecipato all’Alaska ultrasport, corsa a piedi tra i ghiacci trainando una slitta, classificandosi terzo nella seconda edizione. Ma per Alex Bellini questo non è che l’inizio. Grande sportivo italiano, divenuto famoso per le sue imprese estreme, Bellini parteciperà alla “Run across America”, corsa di 5000 chilometri, in settanta giorni, attraverso gli Stati Uniti. Lo sportivo, per l’occasione, ha effettuato alcuni test alla facoltà di Scienze motorie dell’università, seguito dal suo team e da alcuni docenti dell’ateneo, tra i quali Carlo Capelli, ordinario di Controllo biomedico dell’allenamento e della prestazione sportiva dell’ateneo.
È nato per affrontare sfide estreme. Alex Bellini non è uno sportivo qualunque. Lo sport, in tutte le sue forme, è sempre stato un punto fisso nella sua vita. Ma la sua non è semplice passione per l’attività fisica. E non è nemmeno una fonte di guadagno. Il suo è vero e proprio amore per le sfide impossibili, per le imprese da record. La sua esperienza di corridore è iniziata nel 2000, quando ha partecipato alla maratona di New York ed è proseguita nel 2001 con la Marathon des Sables, 280 km nel deserto marocchino. I due anni successivi si è spinto un po’ oltre, gareggiando alla Alaska ultrasport, corsa a piedi, in autosufficienza, trainando una slitta con tutto il necessario per sopravvivere. La prima edizione a cui ha partecipato si è conclusa in 9 giorni, durante i quali ha percorso 600 chilometri, mentre la seconda, lo ha visto classificarsi al terzo posto con una percorrenza di 1400 chilometri in 27 giorni. Ma la terra non gli basta. Bellini ha deciso infatti di cambiare elemento e passare alle immensità degli oceani. Nel 2005 è stato il primo uomo ad attraversare in solitaria il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico, traversata di 226 giorni e 6000 miglia su una barca a remi. Nel 2008, con la stessa imbarcazione, Bellini è partito da Lima, Perù, per raggiungere l’Australia. Ha concluso con successo la traversata dell’oceano dopo 18.000 chilometri di navigazione e 294 giorni in mare aperto, da solo. Ma nel 2011 lo attende una nuova sfida, forse ancora più estrema.
Bellini correrà la “Run across America”. Il 19 giugno prenderà il via la più incredibile corsa che si sia mai disputata al mondo: attraversare gli Stati Uniti di corsa. 5.000 chilometri da Los Angeles a New York in 70 tappe, 70 giorni e 74 chilometri al giorno. E Bellini, da 9 mesi, si sta allenando per partecipare. Questa gara richiede una preparazione atletica e mentale molto accurata. “Deve compiere 5,7 chilometri ogni ora per rimanere in gara. Farà pause in cui potrà camminare ma la strategia è quella di non fermarsi mai” ha spiegato Simone Bortolotti, preparatore atletico dello sportivo, che ha proseguito: “Non lo fa per soldi, gli sponsor gli coprono le spese ma non arriva al guadagno. Il suo è solo bisogno di trovare se stesso. È nato per fare questo, sta bene nel farlo e non potrebbe fare altro”. Bellini e il suo team hanno raggiunto la facoltà di Scienze motorie per effettuare dei test. Lo scopo è misurare il modo in cui lo stato fisico dell’atleta cambierà dopo una prestazione così intensa.
“Come Forrest Gump, sulla strada troverò le mie risposte”. Non si tratta solo di resistenza fisica, ma anche e soprattutto mentale. L’ingrediente principale è la motivazione, cosa che a Bellini non manca di certo. “Credo che la vita sia un'occasione unica per esprimere se stessi in ogni campo. E io nella vita non voglio avere nessun tipo di rimpianto. Ho studiato Scienze bancarie a Milano ma a un certo punto mi sono fermato perché ho capito che la mia strada era un'altra. Volevo fare qualcosa di diverso e volevo farlo per me stesso. Ognuno dovrebbe passare il tempo nella maniera più romantica possibile”. Con queste parole Bellini risponde alla domanda sul perché di questa decisione. La passione che traspare è molto forte. Il suo scopo non è quello di vincere un premio. Non lo fa per gli altri, ma solo per se stesso. “Per me questo è un viaggio introspettivo – ha affermato l’atleta – so già che quando tornerò a casa non sarò più lo stesso. Il paragone con Forrest Gump è già stato fatto e come lui spero di trovare le risposte alle mie domande”. Negli occhi e nelle parole di Bellini traspare una forte determinazione, dovuta anche alla sua capacità di proiettare la sua mente nel futuro. “Dentro di me immagino già come sarà questa esperienza. Mi vedo nel momento della partenza, nelle varie tappe e quando oltrepasserò l’arrivo alzando le braccia al cielo. Questo per me è molto motivante. So che non sarà uno scherzo, so che là faticherò, piangerò e maledirò il giorno che ho deciso di partire ma questo fa parte del gioco. Questo pensiero mi basta”.