Oltre 2000 laureandi e neolaureati dell’Ateneo scaligero che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro hanno incontrato i responsabili di 25 aziende durane la terza edizione del Career Day. L’evento, svoltosi nel Polo Zanotto, è promosso dall’Università di Verona e dall'Esu con l’obiettivo di fornire ai suoi studenti una panoramica sulle opportunità professionali dopo gli studi, agevolandone l’incontro con le aziende. Vediamo cosa ne pensano i diretti interessati.
Che cosa rappresenta il Career Day per un neolaureato?
“È una buona opportunità che però deve essere approfondita” dice Michela laureanda in marketing e comunicazione d’impresa. “È opportuno lasciare il proprio curriculum, però sarebbe sarebbe utile se le aziende che sono presenti oggi richiamassero per un altro incontro; sarebbe così possibile giocarsela meglio, anche dal punto di vista relazionale. Potremmo ad esempio spiegare chi siamo e che cosa siamo in grado di fare, dove vogliamo arrivare”.
Quali sono le aspettative per il futuro?
“Sono poco fiduciosa – spiega Elisa neolaureata in bioinformatica “perché mi rendo conto che c’è crisi, le aziende sono in difficoltà. Quindi non spero certo di essere qua e di trovarmi già la chiamata per il lavoro perché oltre a me ci sono talmente tanti altri ragazzi, diamo corso ai tempi”
Quanto fa paura la crisi? Tanto alla maggior parte dei ragazzi intervistati, ma c’è anche chi cerca il lato positivo della situazione come Marco e Rachele neolaureati in economia e commercio “Ci sono meno opportunità rispetto al passato” dice Rachele “ma proprio a causa della crisi c’è una selezione del personale che punta più sulla meritocrazia”. “Da qualche mese ricevo più telefonate ed e-mail quindi credo che qualcosa si stia muovendo” ci racconta Marco. “Ci sono varie aziende che hanno invertito questa direzione perché hanno visto che in questo periodo di crisi investire sulle risorse umane conviene”.
Stage e tirocini: cosa ne pensano gli studenti?
“È un’opportunità che dipende sempre dall’azienda e dallo studente-lavoratore” spiega Veronica laureanda in lingue. “Se un’azienda vuole solo sfruttarti come spesso capita e non ha interesse nell’assumerti poi come lavoratore non ha molto senso. Dipende dalla serietà dell’azienda ma anche da come uno lavora, perché non è detto che se uno studente fa uno stage poi debba essere assunto; se è bravo la meritocrazia vale anche nel lavoro”.
Come ti vedi tra dieci anni?
“Bella domanda, è la domanda da un milione” scherza Lisa neolaureata in lingue per il commercio internazionale. “Spero di essere inserita in un contesto che mi dia la possibilità di crescere, di confrontarmi anche con una realtà abbastanza aperta, globale magari con un’azienda internazionale che mi dia la possibilità di sfruttare anche le lingue”.