“Lasciare traccia per chi viene dopo, questa l’intenzione sempre sottesa ad ogni lavoro bibliografico ed è questo stesso spirito che ha mosso il presente lavoro di raccolta delle pubblicazioni che parlano di Verona, del suo territorio e dei veronesi”. Parla così di “Bibliografia Veronese”, Giancarlo Volpato, docente di Bibliografia e biblioteconomia dell’Università di Verona che ha scritto il volume in collaborazione con Giuseppe Franco Viviani.
Un’opera unica. Dal 1966 Viviani e Volpato raccolgono tutto ciò che è stato scritto e pubblicato in Italia e all’estero su Verona, il veronese e i suoi abitanti, ponendo anche attenzione ad articoli di riviste e quotidiani. “Bibliografia Veronese” è il punto di partenza e il filo d’Arianna per ogni ricerca relativa al territorio veneto-occidentale. Una sfida lunga quasi 40 anni che ha dato ai due autori la soddisfazione di sapere le loro opere nelle principali biblioteche d’Italia. Bibliografia Veronese infatti è, “l’unica bibliografia locale ad impronta generalista – ha spiegato Volpato . La selezione include tutto ciò che riguarda Verona e provincia pescando da vari campi d’interesse, dalla Filosofia alla Religione, dalle Scienze sociali alla Linguistica e la Letteratura, passando poi per le Scienze pure e la Tecnologia ma anche le Arti la Storia e la Geografia. Sono presenti cataloghi di mostre, saggi sul collezionismo, raccolte di poesie, ma anche lettere private e diari, e ancora biografie di cantanti e artisti, storie di emigrazioni, racconti autobiografici e popolari accanto ad opere letterarie, antologie e saggi di Filosofia o Storia della religione. Ogni opera menzionata nella raccolta viene presentata da un breve abstract didascalico che è lontano da qualsiasi volontà di esprimersi in merito al valore editoriale. L’obiettivo è quello di consegnare alle generazioni future qualche punto fermo della memoria della gente, della creatività dell’intelletto umano, della tradizione culturale veronese”.
Un futuro digitale per “Bibliografia Veronese”. Un valore non in commercio, il lavoro di Volpato e Viviani, consultabile nelle biblioteche ma non acquistabile nelle librerie. “La larga diffusione del sapere di cui il lavoro è portatore sarebbe resa immediata dalla trasposizione in digitale dell’intera opera ma ad oggi –precisa Volpato– permangono degli ostacoli che riguardano in primis la conversione per la scrittura nel web della punteggiatura e dei caratteri tipografici che sono espressione di regole standard internazionali. Queste convenzioni di scrittura devono essere mantenute e rese anche in digitale perché permettono di consultare e decodificare un’opera bibliografica nello stesso modo in tutto il mondo. A rendere tutto più difficile è anche la numerosità delle schede dei vari volumi della “Bibliografia Veronese”, questa volta 2302 e in media 3000 schede nei volumi precedenti. Nonostante queste difficoltà siamo consapevoli che la digitalizzazione è un passo necessario e l’orizzonte verso il quale ci stiamo muovendo”.