L’Università di Verona ha un nuovo alleato per la ricerca, Step One Plus. Il macchinario è stato donato dall’azienda bergamasca Flow – Meter al laboratorio di biologia molecolare coordinato da Andrea Sbarbati, docente di anatomia umana, del dipartimento di Scienze Neurologiche, Neuropsicologiche, Morfologiche e Motorie diretto da Marina Bentivoglio. L’azienda, leader nella produzione di dispositivi medici, interessata a collaborare alla ricerca, ha consegnato questo prezioso strumento il cui costo si aggira sui 27 mila euro, somma che è sempre più difficile da recuperare in questo momento di gravi ristrettezze in cui versa il mondo universitario. Grazie a Step One Plus sarà possibile identificare mutazioni geniche, quantificare l’espressione genica, misurare i danni al Dna, identificare il Dna di virus e altri patogeni e controllare gli Ogm.
Step One Plus. Il macchinario determina e quantifica gli acidi nucleici, il Dna e l’Rna, basandosi su una tecnica di analisi genica chiamata “Pcr Real Time”. La Pcr Real-Time è un metodo di amplificazione e quantificazione simultanea e in tempo reale del Dna. Grazie a Step One Plus sarà infatti possibile identificare mutazioni geniche, quantificare l’espressione genica, misurare i danni al Dna, identificare il Dna di virus e altri patogeni e controllare gli Ogm. La metodica consente ad esempio di misurare in modo estremamente accurato l'espressione relativa di un gene in determinato momento, o in una cellula o in un tipo particolare di tessuto. Questa tecnica ha il vantaggio di essere estremamente rapida, altamente sensibile, e di necessitare limitate quantità di campione biologico di partenza.
«Il nostro laboratorio – afferma Sbarbati – si occupa di malattie neurodegenerative, in particolare di Sclerosi Laterale Amiotrofica, epilessia e malattie del sonno. L’utilizzo di Step One Plus si rende indispensabile nell’ambito dei nostri studi per l’individuazione di geni potenzialmente responsabili delle patologie studiate, nella loro progressione, nei fenomeni tossici ad esse correlati o implicati nell’interazione tra i tipi cellulari coinvolti. Tale implementazione consentirebbe, dal punto di vista molecolare, di verificare e corroborare i dati ottenuti attraverso altri approcci, fornendo alte valenze conoscitive e aprendo la strada a nuovi approcci terapeutici».