Il gruppo di ricerca dell’università di Verona guidato da Leonardo Piasere, antropologo culturale e ordinario del dipartimento di Filosofia pedagogia e psicologia, con la collaborazione di Annamaria Meneghini, ricercatrice in psicologia dinamica, partecipa al progetto europeo “The immigration of Romanian Roma to western Europe: causes, effects, and future engagement strategies”. Per la prima volta l’ateneo entra a far parte di un progetto del “Theme 8 – Socio-Economic Sciences and Humanities” realizzato nell’ambito del Settimo Programma Quadro. Del “collaborative project” fanno parte anche l’università di Manchester, l’università di Granada, la Maison des sciences de l’homme di Parigi, l’Institutul Pentru studierea problemelor minoritaţilor nationale di Cluj-Napoca, il Comune di Manchester e il Forum Européen pour les roms et les gens du voyage di Strasburgo.
La ricerca. “The immigration of Romanian Roma to western Europe: causes, effects, and future engagement strategies” durerà 4 anni per indagare sulle esperienze, motivazioni e ambizioni dei rom migranti e sulle reazioni ufficiali, popolari e massmediatiche a tale immigrazione. Tre i filoni d’indagine della ricerca: l'emigrazione dei rom dalla Romania e le sue caratteristiche, gli atteggiamenti di accoglienza o rifiuto nei paesi d'arrivo e la situazione delle donne rom giovani, un aspetto che rappresenta un focus del lavoro cui sarà dedicata particolare attenzione. Il team scaligero si concentrerà sui modelli culturali in vigore in alcune comunità selezionate: i doveri familiari riservati alle giovani donne, l’accesso all'istruzione pubblica, le relazioni tra generazioni e tra generi e i valori e le aspirazioni che questi manifestano. “Siamo interessati in particolare – spiega Piasere – agli effetti della migrazione sui ruoli di genere in una società tradizionalmente basata sul matrimonio e su un’ideologia "pro-natalista", in cui sono la norma il matrimonio precoce, a volte molto precoce secondo i nostri standard, seguito da maternità numerose e spiccato senso della genitorialità femminile”.
La prima fase della survey. Oggi il gruppo veronese, in collegamento con gli altri team di ricerca italiani che partecipano al progetto internazionale, sta indagando sulla presenza dei rom romeni in Italia, contattando soprattutto i servizi sociali e le associazioni di volontariato delle diverse città. Un censimento che parte dall’Italia settentrionale per poi allargarsi al resto del Paese. “I dati – continua Piasere – fanno emergere una presenza diffusa, ma non sempre visibile, dal momento che molti rom che abitano normalmente in appartamenti e case dichiarano la sola nazionalità romena per aggirare i pregiudizi degli italiani contro di loro. Entro la fine dell’ estate, comunque, avremo i primi dati definitivi”.