Nei giorni scorsi massima attenzione è stata dedicata all’approvazione da parte della Giunta Regionale delle schede di piano. Quanto più lungo è il tempo di gestazione di una decisione programmatica, tanto più alte sono le attese in essa riposte. Ne sono stata testimonianza la corposa attenzione della stampa ai contenuti delle schede ospedaliere e l’apparente diversità di visione che si coglie dai vari interventi provenienti da varie voci nelle quali l’articolazione delle posizioni e degli obiettivi appare non sempre coincidente.
In particolare, mi preme riprendere e puntualizzare alcuni aspetti riguardanti i ruoli complementari del Policlinico di Borgo Roma e dell’Ospedale di Borgo Trento. Il Policlinico come correttamente dichiarato dal Direttore Generale, non è più “l’Ospedale dell’Università”, cosa che comporterebbe evidentemente la presenza alternativa di un “Ospedale della Sanità”. Questa situazione corrisponderebbe a una logica ampiamente superata, meramente corporativa, che nulla di buono produrrebbe se non parcellizzazione e moltiplicazione, con conseguente aumento dei costi e abbassamento della qualità. Il percorso per costituire questa integrazione, che per definizione ha il suo punto di arrivo in una unificazione, è iniziato negli anni 2004. E’ stato difficile, dovendo innovare su temi che generano grandi diffidenze e divisioni, ma è arrivato a conclusione nel 2006, per lasciare spazio ad un percorso attuativo non meno tormentato, che ha consentito comunque nel 2009 la nascita in Verona con legge regionale dell’Azienda Integrata. Da allora, non vi sono più due ospedali, uno “universitario” ed uno “ospedaliero”, ma un’unica azienda dedicata unitariamente a tre funzioni indissolubilmente legate tra loro: didattica, ricerca e assistenza. Se non rischiasse di apparire paradossale, sarei tentato di dire che i poli di Borgo Roma e Borgo Trento sono entrambi tanto universitari quanto ospedalieri. In realtà sono le funzioni assolte dalle Aziende Integrate a non essere tra di loro separate, per pronunciamento del 2003 della Corte Costituzionale. Il processo non è ancora concluso, molte riserve sono ancora presenti, ma l’obiettivo è molto chiaro. Su questo principio si sono fondate le scelte che la nostra sede ha trasmesso e concordato con la Regione. Va riconosciuto che non sono provvedimenti calati dall’alto nel nome di un esclusivo principio di razionalizzazione della spesa; vi è stato un forte contributo verso l’integrazione e l’ottimizzazione della composizione delle unità operative. La riduzione di queste, e quindi delle apicalità, non è un castigo, ma una scelta di ammodernamento.
Allora, su queste premesse vorrei provare a rispondere a qualche quesito che ho visto porre:
L’Azienda sarà un ospedale extraterritoriale o l’ospedale della città? Ovviamente entrambe le cose, nella misura in cui esse non sono in contraddizione.
Quale sarà l’impatto sulla cittadinanza? Molto positivo, in quanto la riorganizzazione dell’unità di misura virtuale del “posto letto” e la riconversione della tipologia del ricovero non influiscono negativamente sugli obiettivi primari che sono il volume e la qualità di attività erogata.
Ma quale fine farà il Policlinico? Diventerà un ospedale subordinato? Sarà una lungodegenza? Oppure l’Ospedale di giorno? Anche in questo caso, credo che il Direttore Generale abbia dato la risposta decisiva quando ha dichiarato che in linea di indirizzo, Borgo Roma, che ospita non solo il Policlinico ma anche gli istituti biologici ed i dipartimenti scientifici universitari, sarà la sede non esclusiva ma essenziale delle attività del corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Borgo Trento sarà a regime sede non esclusiva ma principale della formazione post-laurea. In questo senso, su base strategica, avverrà la collocazione delle singole Unità operative, che saranno prevalentemente di natura specialistica a Borgo Trento mentre a Borgo Roma saranno insediate quelle (tra l’altro storiche) di natura generalista, in modo particolare quelle che praticano il grande ambito della medicina sperimentale e della medicina traslazionale, temi di altissimo livello scientifico, di massima rilevanza formativa e di collocazione di avanguardia nella pratica assistenziale, nel futuro come è ora. Ripeto ancora, a titolo di esempio, che in quella sede (e non al geriatrico come erroneamente riportato in un articolo di stampa) sarà collocato il polo oncologico veronese, la cui attuale eccellenza sia sotto il profilo medico che chirurgico che scientifico ci è invidiato da molti. Va ricordato che molta di questa medicina del progresso si svolge in attività che non richiedono un formale ricovero, già da adesso. Per questa ragione in quella sede troverà spazio e eccellenza organizzativa l’importante attività cosiddetta “di giorno” che trova in Borgo Roma logistica, spazi e connotazione estremamente appropriati. Il Policlinico quindi rimane sede di attività di ricovero ordinario sia chirurgiche che internistiche. Chiaramente anche quella sede vedrà l’adozione di modelli organizzativi diversi dalla quale ci si attende un contenimento della spesa tale da consentire un più appropriato piano di investimenti in tecnologie utili per l’assistenza.
E’ di tutta evidenza, infine, che la attuale strutturazione del policlinico, estremamente generosa rispetto a questo fabbisogno, dovrà necessariamente essere utilizzata, e quindi si avrà l’opportunità di ricordare come, se formazione e ricerca trovano la principale sfida nel progresso della conoscenza in ambito di base e nella patologia acuta, non si deve in alcun modo dimenticare il grande tema dell’anziano e degli spazi dedicati alle patologie croniche e agli interventi riabilitativi. Anche questo è elemento primario cui la moderna sanità, insieme con ricerca e formazione dedicate, devono dare una risposta adeguata per essere coerenti con l’impegno di soddisfare le necessità della popolazione territoriale prima che quelle di un’area assai più vasta, anche al di fuori degli stretti limiti della regione.
Confido che queste mie sintetiche considerazioni possano essere utili nel fare chiarezza su alcune scelte che sicuramente rappresentano un cambiamento, ma orientato verso il miglioramento sia a favore dell’utenza, che dell’importante popolazione studentesca. Inoltre, contribuiranno alla valorizzazione del personale dell’Azienda e al pieno conseguimento delle sue tre straordinarie funzioni sulle quali ha già peraltro raggiunto una qualificazione internazionale di prestigio.
Il Rettore
Alessandro Mazzucco