È scomparsa a Milano all’età di 66 anni Giovanna Massariello Merzagora, già ordinaria di Glottologia e Linguistica Generale all’Università di Verona. Da poco tempo in pensione, la professoressa Massariello era stata tra i fondatori del Centro di Studi Internazionali sul Plurilinguismo all’ateneo di Udine. A Verona aveva diretto per sei anni il Dipartimento di Germanistica e Slavistica e partecipato alla fondazione del Dottorato di Linguistica, di cui era stata il primo responsabile scientifico.
Giovanna Massariello aveva inoltre fatto parte del gruppo “Le radici dei diritti” con cui ha organizzato numerosi incontri di impegno civile e di riflessione sui diritti della persona.
Serena Dal Maso, da tempo collega e stretta collaboratrice di Massariello, ricorda che negli ultimi anni la professoressa aveva dedicato tutta la sua creatività, tutte le sue energie, la sua intelligenza e la sua cultura alla Fondazione “Memoria della deportazione”, di cui era vicepresidente. La docente era inoltre componente autorevole del consiglio nazionale dell'associazione Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e del comitato internazionale di Ravensbrück: Giovanna Massariello era infatti figlia di Maria Arata, deportata politica a Ravensbrück che, sopravvissuta al Lager, ha lasciato la propria testimonianza nel volume Il ponte dei corvi: diario di una deportata a Ravensbrück, Milano, Mursia, 1979.
L'ultima sua fatica è stata l'organizzazione del convegno internazionale sul tema "Settant’anni dall’8 settembre 1943. Per la costruzione di una memoria europea; il peso delle responsabilità storiche di Italia e Germania", svoltosi il 18 e 19 ottobre a Milano presso la Fondazione della memoria.
“La sua morte improvvisa getta tutti coloro che la conoscevano nell’incredulità e nello sconforto”, dice Roberta Facchinetti, Direttore del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere; “garbo ed eleganza nei modi e nell’agire erano suoi tratti distintivi; resterà sempre con noi il ricordo indelebile del suo notevole impegno professionale, della sua granitica coerenza e del suo profondo rispetto altrui.”