“Non vogliamo fare sconti a nessuno. Non facciamo sconti agli errori del nord, agli imprenditori che hanno scaricato nel meridione tutti i loro rifiuti tossici. Ma non facciamo sconti neanche alle persone del sud che non pretendono di cambiare una situazione inaccettabile”. E’ questo il messaggio che Gian Antonio Stella, scrittore e giornalista del Corriere della Sera ha lanciato ai numerosi studenti presenti mercoledì 4 dicembre nell’aula magna del dipartimento di Scienze Giuridiche diretto da Donata Gottardi. L’evento è stato organizzato per presentare il nuovo libro di Stella,“Se muore il Sud”, edito da Feltrinelli e scritto a quattro mani con il collega Sergio Rizzo.
Se muore il Sud. Incuria culturale ed economica, classe dirigente corrotta e valorizzazione delle risorse da cui ripartire, sono alcuni dei temi con cui Stella ha delineato la storia del Mezzogiorno, una storia raccontata nel bene e nel male. La crisi economica in Italia sembra avere effetti molto più gravi nel sud del Paese e tutto questo nell’indifferenza della classe politica italiana. Tra il 1951 e il 2012 il Pil pro capite medio delle regioni meridionali ha superato solo in due occasioni il 60% di quello delle regioni del centro-nord. Ma nel 2012 la ricchezza prodotta dai residenti del sud è scesa al 57,4%, un dato che secondo Stella e Rizzo, è stato inevitabilmente influenzato da una cattiva gestione delle risorse territoriali e dai fondi europei che la classe dirigente non ha saputo gestire in un sud Italia addirittura più povero di sessant’anni fa. Una situazione che coinvolge principalmente le famiglie, circa trecentocinquantamila solo al Sud, ridotte in miseria. “Ma che razza di classe dirigente – ha affermato Stella – lascia affondare un terzo abbondante del suo territorio? Risorse culturali, economiche e imprenditoriali andate sprecate mentre i meridionali vengono traditi da politici incapaci e corrotti, anche se fortunatamente ci sono delle eccezioni”. Stella si è soffermato su un altro tema cardine del suo libro, quello dell’occupazione femminile che in Italia è al 57% contro il 64% dei 27 paesi dell’Unione Europea. Peggiore è il bilancio nel Mezzogiorno in cui due donne su tre risultano inattive. “Se fossi una donna meridionale sarei furente – ha proseguito Stella – Su 270 regioni europee, le ultime 5 in fatto di occupazione femminile sono tutte situate nel sud Italia. Un fatto inammissibile che dovrebbe far scatenare una rivolta”. “Se muore il Sud” non è solo un libro di denuncia ma anche una testimonianza di chi ha deciso di non arrendersi a una realtà che ormai sembra utopistico cambiare. E’ la storia di Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, due imprenditori con il progetto di creare un aereo ultraleggero che si sono visti rifiutare prestiti da più di quaranta banche. Grazie al contributo della regione Puglia, sono riusciti a rendere la loro società, la Blackshape, quinta nella classifica delle aziende aeronautiche italiane per capitalizzazione mentre lo stabilimento di Monopoli ha visto un aumento di spazio e di personale costituito per metà da donne. “L’idea che condivido con il mio collega Rizzo, è quella che il sud non sia perso – ha concluso Stella- Serve una svolta, perché se il destino del sud è quello di affondare allora si porterà dietro l’Italia. Chi vede nel nord la salvezza si illude”.
6/12/2013