Dopo i buoni risultati ottenuti nella prima esperienza, il corso di perfezionamento e aggiornamento professionale per una nuova figura "Promotore della mobilità ciclistica" inizierà il 7 marzo a Verona con la seconda edizione che si concluderà nel mese di giugno. Organizzato dal dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento, l’obiettivo è quello di promuovere l'utilizzo della bicicletta come mezzo ecologico e salutare, mettendone in risalto tutti i benefici. Abbiamo fatto il punto con Marco Passigato mobility manager di ateneo e coordinatore didattico del corso
Ingegner Passigato, come definire questa nuova figura?
“Quella del promotore della mobilità ciclistica è una figura multivalente che si interfaccia con i vari settori economici, urbanistici e sportivi. Abbiamo progettato il corso secondo precise aree tematiche: si va dall’aspetto salutistico e sportivo a quello legato allo studio del territorio per capire com’è fatta la città, senza dimenticare il codice della strada e il marketing turistico”.
Dunque la componente comunicativa riveste una particolare importanza?
Per diffondere l’uso del mezzo in città, per attuare politiche urbane, per pianificare pacchetti cicloturistici o promuovere i territori con la bicicletta non bastano la buona volontà e l’improvvisazione.E’ chiaro che serve del tempo per far prendere coscienza alle persone. Nell’ultima parte del corso si lavorerà sulla psicologia, cercando di eliminare la paura nel spostarsi in bicicletta. Senza continue modifiche strutturali come piste ciclabili e zone 30, la gente si sente meno sicura.
Una professione del futuro?
L’anno scorso il numero delle biciclette vendute ha superato quelle delle auto. La crisi economica ha influito, ma si tratta sempre di un fatto positivo.
03/02/2014