“Battiti di primavera #nelcuoredellamusica” è l’iniziativa proposta dall’Università in collaborazione con l’Accademia Filarmonica e il Conservatorio statale di musica “Dall’Abaco” di Verona. Tre concerti che si terranno i primi tre lunedì di maggio, alle 18, nell’elegante cornice della Sala Barbieri di Palazzo Giuliari (via dell’Artigliere, 8).
Il programma. Protagonista il 5 maggio la musica classica con il quartetto d’archi dell’Arena di Verona composto da Günter Sanin primo violino, Vincenzo Quaranta secondo violino, Luca Pozza alla viola e Sara Airoldi al violoncello che si esibiranno con brani di Verdi e Puccini.
Il 12 maggio sarà la volta della musica barocca con l’ensemble del conservatorio composto dagli studenti del dipartimento di musica antica Ester Prestia flauto traversiere, Leonardo Bellesini al violino barocco, Sara Penazzo alla viola da gamba e Michela Poli al clavicembalo che intratterranno il pubblico con un repertorio che spazia da Marais a Corelli e Bach.
A chiudere la rassegna sarà l’appuntamento del 19 maggio dedicato alla musica jazz con un ulteriore ensemble del conservatorio composta dagli studenti del dipartimento di musica jazz composta da Daniele Rotunno pianoforte e tastiera, Carlo Alberto Danieli basso elettrico e Silvano Martinelli batteria con musiche di Ellington, Henderson, Degiorgio e altri protagonisti del jazz internazionale.
Gli organizzatori. Il concept grafico e il titolo dell’iniziativa sono nati da un’idea di Chiara Clerici, Silvia Brunelli e Eugenia Ragnoli, tre studentesse selezionate all’interno del corso di storia della musica moderna e contemporanea del professor Borghetti. In questo modo si è cercato di coinvolgere la comunità studentesca nelle attività di comunicazione messe in atto dall’ateneo per questa tipologia di eventi. I concerti sono realizzati in sinergia con il Consiglio degli studenti dell’università. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Si prega di presentarsi entro le 17.45.
“L'iniziativa – spiega Arcangeli – parte dal desiderio di proporre alla comunità universitaria veronese, con particolare riguardo al mondo degli studenti, un'offerta musicale di qualità più ricca e sistematica di quella che la sensibilità già dimostrata e gli sforzi già profusi da altri abbiano sin qui consentito; come pure dalla constatazione che la città dispone di un patrimonio di istituzioni e di programmazione musicale di primo livello, e a volte per fare incontrare determinate esperienze sonore con un pubblico di potenziali ascoltatori manca solo qualche anello di congiunzione in termini di organizzazione e comunicazione. L'ateneo mostra oggi una nuova determinazione a rimuovere ogni ostacolo e riconoscere alla musica un'importanza e una specificità per cui Verona vorrebbe distinguersi. Abbiamo prontamente potenziato i contatti già esistenti con le altre istituzioni – continua il docente – e ripensato l'arredo della sala Barbieri in funzione dei nostri incontri. La scelta della prima serie di proposte è stata dettata in primo luogo dalla regola della varietà: non solo musica classica, e non solo il repertorio che è più consueto trovare proposto nelle sale da concerto. Gli ascolti saranno accompagnati da brevi presentazioni, che non si intendono come surrogati di lezioni, ma come provocazioni, che si vuole affidare a esperti di ambiti disciplinari differenziati portatori di punti di vista fra loro distinti, per suggerire almeno alcuni dei percorsi culturali che il materiale sonoro proposto può sollecitare. Nella consapevolezza che la ricezione è un atto creativo e non passivo, e chi ascolta uscirà comunque con la sua esperienza e le sue impressioni”.
“Con Battiti di Primavera – prosegue Borghetti – l’università di Verona propone la sua prima stagione di concerti. Non che siano mancate finora singole iniziative musicali. Battiti, però, a differenza di quelle, vuole inaugurare una programmazione musicale in università su base regolare, una serie di appuntamenti che, ci auguriamo, scandiranno in futuro la vita dell’Ateneo (ai Battiti di Primavera ne seguiranno d’Autunno, d’Inverno e così via). Perché una stagione di concerti all’università? Di sicuro perché ascoltare musica dal vivo è un modo piacevole di concludere la giornata lavorativa per studenti, docenti e per il personale. Non a caso la rassegna inizia alle 18, quando la maggior parte delle lezioni è ormai terminata. E, soprattutto perché la musica, di qualsiasi genere, non è mai solo qualcosa di piacevole da ascoltare, ma un’espressione della cultura, delle culture che la producono e che ne fanno uso. Per questo abbiamo pensato alla formula della breve introduzione, nient’altro che qualche spunto di riflessione sul programma per mettere in evidenza alcuni dei possibili significati che nella e con la musica si possono esprimere”.
Per informazioni: coordinamento.comunicazione@ateneo.univr.it
Ascolta l'intervista a Vincenzo Borghetti realizzata dalla Redazione di Fuoriaula network
24.04.2014