Promuovere le buone pratiche per il benessere del bambino e la creazione di un ambiente famigliare su misura per loro. È questo l’obiettivo del progetto “Bambini al centro. Una rete per diventare grandi” presentato venerdì 4 luglio nel palazzo Barbieri del comune di Verona. L’evento ha puntato alla sincronizzazione di una serie di interventi in atto o da avviare fra l’Ulss 20, l’Azienda Ospedaliera Integrata di Verona, il Comune e l’università di Verona. Fra queste iniziative la realizzazione del nuovo “Ospedale del Bambino e delle Donne”, un nuovo spazio all’interno dell’ospedale di Borgo Trento che comprenderà specialità di cura per bimbi e donne. All’interno del progetto è compreso anche il programma “Giarol grande” per valorizzare una grande area verde all’interno del parco dell’Adige Sud. L’iniziativa è rivolta alle famiglie che si preparano ad accogliere un bambino e ai bimbi fino ai 6 anni.
Centrale nell’intero progetto è la creazione di una rete di persone che si incontrano, si confrontano e collaborano per proteggere e sostenere i bambini e le loro famiglie verso un futuro sicuro e sereno. Per questo l’iniziativa prevede anche la costruzione di un sito web condiviso da cui gli utenti potranno porre domande e accedere a materiali e contenuti informativi secondo gli obiettivi di salute che le istituzioni intendono raggiungere.
Per Sandro Caffi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Integrata di Verona, l’iniziativa è stata “un tavolo di coordinamento importante finalizzato a diventare un elemento di forte integrazione tra il nuovo “Ospedale del Bambino e delle Donna” e il territorio. Oltre a censire i servizi già attivati, il progetto si propone di avviare nuove proposte coordinate a sostegno della salute dei cittadini. Il forte legame con l’Università rappresenta poi un’occasione formidabile per lo studio e il miglioramento delle attività e dei servizi proposti”.
“L’università è lieta di fornire il proprio contributo al progetto – ha sottolineato il rettore Nicola Sartor – nei diversi ambiti di studio che la compongono, mettendo a disposizione le proprie competenze di ricerca e le conoscenze relative alle diverse dimensioni di vita: dall’aspetto legato all’alimentazione e al movimento fisico, dall’aspetto psicologico e pedagogico a quello economico-gestionale, per contribuire ad una migliore razionalizzazione delle risorse e dei servizi”.
08.06.2014