La centrale ligure di Obiettivo Risarcimento Volley Vicenza, squadra che milita in A2, si è laureata lunedì 23 marzo, in Scienze motorie all’Università di Verona, con la tesi "Modello prestativo e metodologia di allenamento nel giocatore professionista di pallavolo".
Uno studio che nasce dalla tua esperienza di giocatrice: come hai trattato l’argomento?
La parte introduttiva della mia ricerca si sofferma sulle caratteristiche fisiche e fisiologiche della pallavolo, il mio sport, la mia passione. Nella parte sperimentale, propongo un’analisi dei dati ottenuti dai test che ho effettuato con la mia squadra, Obiettivo Risarcimento Volley Vicenza, nella fase precampionato della stagione 2014-2015.
Quale è stato l'esame più difficile?
Il più impegnativo sicuramente Metodologie e tecniche dell’allenamento. Un esame complesso, difficile per certi aspetti, ma molto interessante. Ho pensato subito che poteva essere il punto di partenza per il mio elaborato finale. Così è stato: ho chiesto al titolare dell'insegnamento Federico Schena di seguirmi nella stesura della tesi, insieme al dottor Cantor Tarperi e al mio preparatore atletico Carlo Recher.
C'è un episodio memorabile del tuo percorso universitario?
Ricordo con piacere l’esame pratico di ginnastica educativa: per realizzare la coreografia mi sono divertita tantissimo.
Come si concilia lo studio con gli allenamenti, le gare e le trasferte?
È complicato. La pallavolo assorbe quasi interamente le mie giornate. Lo studio ho sempre cercato di gestirlo, con una certa diligenza, a fine stagione agonistica. Durante il campionato dedicavo ogni giornata libera a studiare. Non mi sembra vero di essermi laureata. Scienze motorie è stata un’esperienza formativa e umana importante. Ora termino il campionato, siamo terze in classifica. Quest’estate torno a Rapallo, dopo un po’ di tempo, del mare sento un’immensa nostalgia.
07.04.2015