Ci racconta il suo progetto?
Il mio progetto ha l’obiettivo di far dialogare due tradizioni filosofiche apparentemente inconciliabili: idealismo tedesco e filosofia analitica. Nello specifico, la mia indagine ha come fulcro Hegel, pensatore noto per la sua indecifrabilità, ancor più agli occhi del rigore analitico anglosassone. Fermamente deciso a intraprendere questa sfida, nessun luogo meglio di Harvard – crocevia di molteplici istanze filosofiche – poteva rappresentare l’occasione per sviluppare al meglio il mio progetto. È ad Harvard che ho infatti avuto la possibilità di interagire con professori che, incarnanti al meglio tali istanze, mi hanno permesso di acquisire strumenti e conoscenze che difficilmente avrei potuto apprendere altrove.
Cos’è per lei il bello della ricerca?
Ricerca è cammino di scoperta, originato dallo stupore nei confronti di ciò che nel mondo ci circonda. Ricerca significa rapportarsi al mondo nel tentativo di dissolvere i misteri che in esso si celano. Ma non è solo questo; è forse qualcosa di più. Essere dediti alla ricerca significa decidere di portare sulle proprie spalle il gioioso fardello consistente nell’offrire un contributo allo sviluppo delle possibilità dell’umano – in ogni suo aspetto – facendosene responsabilmente carico. Può esservi qualcosa di più bello e affascinante?
15.05.2015