Dal 22 al 30 agosto torna l’atteso appuntamento con il Film Festival della Lessinia al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova. La ventunesima edizione della rassegna cinematografica dedicata a vita, storia e tradizioni in montagna, incentra sui vulcani una ricca retrospettiva. A partire dal film inaugurale del 22 agosto: dal Guatemala il bellissimo “Ixcanul – Vulcano”, vincitore dell’Orso d’Argento alla Berlinale 2015. Sarà la prima delle 60 opere cinematografiche in programma, provenienti da 26 Paesi di tutti i continenti, molte delle quali in anteprima italiana, per dieci giorni di proiezioni a cui sono attese 15 mila persone, tra spettatori e visitatori. Ricchissimo si annuncia anche il programma culturale collaterale con concerti, incontri editoriali, dialoghi con i registi, workshop ed escursioni.
L’ateneo e il festival. Proprio per il valore culturale della proposta e il respiro internazionale che la caratterizza anche l’università di Verona ha voluto dare il suo contributo al festival che, per l’edizione 2015, ha ricevuto il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo. Dalla nuova collaborazione è nato l’evento “Tibet e ritorno. Filosofia dell’altezza” organizzato dall’ateneo con la filosofa e docente Adriana Cavarero e il contributo di Andrea Rodighiero docente di Lingua e letteratura greca dell’università intorno al viaggio fotografico in Tibet di Giuseppe Sandrini e Aldo Ottaviani. “Tibet e ritorno. Filosofia dell’altezza” si terrà il 26 agosto, alle 17, nella Sala Olimpica nell'ambito del ciclo di incontri “Parole alte” appuntamenti a ingresso gratuito nati per raccontare la storia e l’attualità della vita in montagna.
L’incontro. Negli anni Ottanta Giuseppe Sandrini e Aldo Ottaviani attraversano il Tibet visitando i monasteri buddisti e arrivano fino all’eremo di Rongbuk, ai piedi dell’Everest. Trent’anni dopo raccontano la loro esperienza con il libro fotografico "Tibet e ritorno", edizioni Alba Pratalia. Quale distanza di pensiero ci separa da quel mondo lontano? È possibile immaginare da qui una filosofia dell’altezza? Sono gli interrogativi ai quali risponderà, insieme agli autori, Adriana Cavarero. A introdurre l’incontro sarà Rodighiero.
A contendersi la Lessinia d’Oro e la Lessinia d’Argento, i due massimi riconoscimenti del festival, saranno 24 film in concorso tra documentari, lungometraggi e cortometraggi. Opere europee, cilene, messicane, australiane, iraniane e indiane. Tra i paesi rappresentati troviamo anche Kyrgyzstan, Bhutan, Sud Africa. Una selezione che, escludendo alpinismo e sport, va alla ricercare di storie autentiche di vita in montagna annodate dal filo del cambiamento. Cambia il paesaggio montano, spesso devastato dall’uomo; cambia la vita nei territori più remoti raggiunti dalla modernità; cambia interiormente chi, sulle terre alte, si confronta con se stesso e gli altri. Racconti di infanzia, adolescenza e giovinezza; di conflitto e violenza, come quella di Chrieg – Guerra di Simon Jaquemet (Svizzera) e Bube stur – Ragazzo testardo di Moritz Krämer; vicende di crescita spirituale in Lo sum choe sum – Tre anni, tre mesi e tre giorni di ritiro di Dechen Roder (Bhutan) e Hvalfjörður – Il fiordo della balena di Guomundur Arnar Guomundsson (Islanda); storie di speranza come quella di Nous saluerons la lune – Noi saluteremo la luna di Camille Chaumereuil che narra di Pokuza, ragazza sorda sulle montagne dell’Azerbaigian o quella del dodicenne Alexandre e della sua vita sugli alti pascoli francesi raccontata da Alexandre, fils de berger – Alexandre, figlio della montagna di Anne ed Erik Lapied.
Con la nuova sezione “Montagne Italiane” il Film Festival della Lessinia inaugura uno spazio riservato agli autori di casa nostra e a film che intersecano o sfiorano la vita in montagna, con punti di vista diversi e strettamente connessi con l’attualità. È il caso di Habitat – Note personali di Emiliano Dante che testimonia il dopo-terremoto a L’Aquila, mettendo in luce le contraddizioni e lo sradicamento del progetto C.A.S.E. Ma si potranno vedere in Lessinia anche sorprendenti produzioni indipendenti, come il lungometraggio Il mattino sorge a Est di Stefano Tagliaferri in cui un’intera comunità montana, Premana, è protagonista del set.
L’omaggio ai vulcani sarà l’occasione di vedere rarità e rivedere grandi classici. Così la regista francese Maryse Bergonzat (in giuria) presenterà fuori concorso il documentario sui vulcanologi Maurice e Katia Kraff, morti per un’esplosione di uno dei 150 vulcani che avevano esplorato in tutto il mondo. Si potranno rivedere a Bosco Chiesanuova la perla di Vittorio De Seta, Isole di fuoco; il quasi sconosciuto La Soufrière di Werner Herzog; i due film che segnarono il triangolo amoroso tra Roberto Rossellini, Anna Magnani e Ingrid Bergman, Stromboli – Terra di Dio e Vulcano, lo scandaloso Porcile di Pier Paolo Pasolini con l’episodio del cannibale ambientato sulle scabre pendici dell’Etna. A raccontare l’Etna anche le fotografie della mostra Il respiro del gigante di Toti Domina che con la sua famiglia vive in una casa di paglia alle pendici dell’Etna.
A bambini e ragazzi è dedicato il programma di FFDL+, con una selezione internazionale di film di animazione e cortometraggi quasi tutti in anteprima italiana, suddivisi in fasce d’età. Ai film faranno da contorno i laboratori con lavorazione di lane, feltri, pietre. L’Associazione Giochi Antichi di Verona, con cui il Film Festival ha in atto una collaborazione da anni, racconterà con un laboratorio teatrale la “scienza del penàcio”. I laboratori organizzati dai musei della Lessinia faranno sperimentare la lavorazione delle pietre focaie e insegneranno a riconoscere i segni vulcanici nelle rocce.
Ingresso alle proiezioni: 5 euro; ridotto bambini 3 euro.
Prevendita abbonamenti e biglietti al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, in piazza Marconi: dal 10 al 21 agosto, dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 12.30; dal 22 al 30 agosto, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 23 (telefono 045 7050789, email biglietteria@ffdl.it).
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06.08.2015