Le installazioni site specific "La Casa dell’Aria" di Michele Amato (Bari) dal taglio ironico e provocatorio e "Operette vegetali" di Alice Padovani (Modena), dichiaratamente più romantica e poetica, sono le due opere selezionate da Andrea Bruciati, direttore artistico di ArtVerona | Art Project Fair, e Roberto Pasini, storico e critico d’arte, professore di Storia dell’arte contemporanea all’università di Verona, all’interno del contest "La città e l’ossigeno. Per un ambiente urbano in cui si possa tornare a respirare".
Il concorso, lanciato a fine luglio da Celeste Network, piattaforma internazionale per artisti, in collaborazione con la fiera, e chiuso lo scorso 25 settembre, era volto a individuare due opere che dal 1° al 31 ottobre saranno oggetto di una campagna di crowfunding per trovare i fondi necessari alla loro realizzazione e andare a contaminare nel 2016 gli spazi universitari scaligeri.
«Aria filtrata pulitissima, anallergica e purificante, liscia o all’essenza di “brezza marina” o “freschezza alpina”, da inalare con mascherine usa e getta in pochi secondi ad un costo accessibile a tutti! Questa l’idea di fondo dell’installazione La Casa dell’Aria. Se l’essere umano avesse voluto seriamente vivere in un ambiente meno inquinato di quello in cui vive, avrebbe affrontato il problema (come ha fatto per altro) – asserisce Michele Amato – in tempi più brevi, invece di continuare a servirsi della terra, del mare e del cielo in modo esclusivo, trivellando, scavando, interrando, ricoprendo e riversando. Intanto, come esseri definiti intelligenti, continuiamo a progettare innovative soluzioni alle nostre mancanze, non trascurando i nostri “interessi” personali. Avreste mai pensato qualche anno fa di imbattervi nelle case dell’acqua?»
«Un'installazione che sottolinea la bellezza del quotidiano: steli sottili, erbette, piccoli fiori di campo, sistemati come preziosi oggetti della natura da custodire e preservare per ricordarci della nostra stessa fragilità. Questo il progetto sotteso a Operette vegetali. Piccole forme perfette piene di vita che nel corso dei mesi si seccheranno lasciando solo un ricordo sbiadito della loro bellezza. Piante che, per quanto minime e invisibili ai più, ci concedono il loro ossigeno. – dichiara Alice Padovani – La riflessione è semplice: non possiamo sopravvivere senza un solo filo d'erba. La vegetazione, anche quella più "misera" che cresce sui bordi delle strade, ci concede il proprio ossigeno».
Sono oltre 120 i progetti arrivati a Celeste Network in risposta al concept dal taglio volutamente sociale, teso ad avviare un processo di coinvolgimento e partecipazione degli studenti dell’università di Verona, dove l’arte è intesa come strumento di trasformazione socioculturale. Un’occasione per confrontarsi con una problematica attuale come quella dell’inquinamento urbano e per promuovere un messaggio ecologico, teso a risvegliare le coscienze.
Dal 1° al 31 ottobre 2015 sarà possibile supportare la realizzazione dei due progetti selezionati attraverso la raccolta fondi avviata sulla piattaforma Celeste Network, che vedrà nei giorni di fiera – dal 16 al 19 ottobre – nella hall tra i padiglioni 11 e 12, la presentazione dei lavori con un programma di brevi pitch da parte degli artisti e di question & answer sessions aperte al pubblico di ArtVerona.
Contribuisci anche tu alla realizzazione dei due lavori d’artista che saranno esposti nel 2016– a rotazione, sei mesi ciascuna – presso l’università di Verona, concorrendo in tal modo alla sensibilizzazione al tema da parte dei giovani attraverso un linguaggio nuovo, alternativo e forse più immediato.
Aiuta Art Rounds a diventare realtà e a segnare il primo passo verso la costruzione di una possibile Collezione d’arte contemporanea nell’ateneo scaligero.
In caso di non conseguimento dell’intera somma necessaria alla realizzazione dei progetti, i lavori non verranno realizzati e le somme raccolte verranno restituite ai donatori.
01.10.2015