Il 19 novembre, nell’aula magna dell’ex Area Gavazzi, vicino al Policlinico di Borgo Roma, si terrà il congresso “Management nella Malattia di Parkinson dalla fase iniziale alla fase avanzata: terapia farmacologica, nutrizione, attività motoria e cure palliative”. A coordinare l’evento Michele Tinazzi, docente di Neurologia del dipartimento di Scienze neurologiche, biomediche e del movimento di ateneo e responsabile del Centro Parkinson e Disordini del movimento, riconosciuto come Centro regionale specializzato dalla Regione Veneto che opera al’interno dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.
"Esiste un forte relazione a favore dell’approccio integrato tra trattamento farmacologico, esercizio fisico e nutrizione nella Malattia di Parkinson – dichiara Tinazzi – . La terapia farmacologica presenta, infatti, importanti limitazioni in questa malattia. I farmaci dopaminergici sono in grado di compensare efficacemente i principali sintomi motori solo per alcuni anni, ma la risposta terapeutica tende a declinare nel tempo o ad associarsi a complicanze motorie (fluttuazioni e/o discinesie) che possono essere migliorate da un adeguato esercizio fisico e da una corretta alimentazione. Inoltre, l’evoluzione cronica progressiva della malattia determina la comparsa di sintomi motori (instabilità posturale, disturbi del cammino, cadute) che nella fase avanzata rispondono al trattamento con terapie infusionali (levodopa/carbidopa e apomorfina) ma che necessitano comunque un approccio riabilitativo integrato".
Per queste ragioni, negli ultimi anni, è fortemente cresciuto l’interesse verso la terapia riabilitativa, vista come parte essenziale ed integrante del trattamento medico-chirurgico, con lo scopo di prevenire o ridurre le complicanze secondarie alla ridotta mobilità e di ottimizzare le residue capacità funzionali dei pazienti attraverso l’apprendimento di nuove strategie comportamentali. Anche la nutrizione riveste un ruolo importante per il benessere del paziente affetto da Malattia di Parkinson in tutte le fasi di malattia. "Pertanto – conclude Tinazzi – un intervento farmacologico e riabilitativo precoce e combinato associato a una corretta nutrizione, potrebbe potenzialmente favorire il mantenimento nel tempo delle capacità motorie, l’autonomia nelle attività della vita quotidiana e lavorativa, con un conseguente miglioramento della qualità della vita".
16.11.2015