È stato Andrea Fontana il protagonista del primo Storytelling Day di Verona. Alle 15.45 di giovedì 26 maggio l’ospite, co-fondatore di Storyfactory e presidente dell’Osservatorio italiano di Corporate Storytelling dell’università di Pavia, ha tenuto una lezione aperta sulla natura dello Storytelling: “Storie d’impresa. Impresa di storie”. L’evento, organizzato dal dipartimento di Culture e Civiltà con la collaborazione di Pensiero Visibile, si è svolto nell’aula H del palazzo di Economia. In seguito, alle 18.30, Andrea Fontana si è spostato nella sede di Pensiero Visibile, per dialogare con la titolare, Gaia Passamonti, nell’ambito dell’incontro “La verità, vi prego, sullo Storytelling”.
"Come mai oggi il mondo sente il bisogno di raccontare?". Questa la domanda da cui è partito l'intervento di Fontana. "Fino a non molti anni fa – ha spiegato l'ospite – nessuno sentiva la necessità di raccontare e lo Storytelling non veniva assolutamente considerato. Oggi, invece, non funziona più il marchio eroico, vittorioso su tutto, ma il brand che confida all’utente i suoi bisogni, le sue manchevolezze e ci si scelga insieme per fare un viaggio. Un viaggio che non finisce con il “vissero sempre felici e contenti”, ed è così che oggi si ingaggiano i pubblici. Con temi profondi e significativi con cui entrare in contatto”.
"Fare Storytelling – ha proseguito Fontana – implica, prima di tutto, il fatto che si debbano considerare più piattaforme di comunicazione soprattutto perché è l’utente che è abituato ad usufruire di molteplici piattaforme. Poi è importante ricordare che gli utenti sono stanchi di storie che fanno ridere in modo banale, oggi gli utenti si ingaggiano sui grandi temi apicali: amore, morte, malattia, salute, carriera, cose per cui, in qualche modo, ci sentiamo presi in considerazione. Oggi tutti abbiamo bisogno di avere il coraggio di trattare questi temi. Infine lo Storytelling si fa anche per vendere: non si intende vendere un prodotto e comprare un servizio, ma avere il coraggio di definire una proposta significativa per il proprio pubblico, in cui esso stesso si riconosca”.
30.05.2016