Speranza, lotta, riscatto e, infine, libertà: questi i temi affrontati nel libro “Il coraggio della libertà” che sarà presentato il 2 marzo alle 17.30 nell’aula T5 del polo Zanotto. L’evento, patrocinato dal Consiglio studenti dell’università di Verona, è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione comunicazione e cultura Paoline onlus di Verona, libreria Paoline Verona e dal collegio universitario femminile Don Nicola Mazza. Il testo è stato scritto dalla giornalista Anna Pozzi e da Blessing Okoedion, giovane donna nigeriana protagonista delle vicende narrate nel libro.
Durante l'incontro, che sarà un’interessante testimonianza sul tema della tratta e dello sfruttamento delle donne nigeriane in Italia, interverranno, oltre alle autrici del libro, suor Rita Giaretta di Casa Rut, struttura di accoglienza gestita dalle suore orsoline, e Anna Leso, assessore alle pari opportunità del Comune di Verona.
La storia di Blessing non è solo una testimonianza degli orrori che ogni giorno subiscono le ragazze portate in Italia con l’inganno e sfruttate per il mercato del sesso a pagamento, ma è soprattutto una storia di riscatto e di forza che ha spinto la giovane a fuggire dall’inferno della prostituzione e a rifugiarsi a Caserta a Casa Rut . Una volta ritrovata la propria dignità e libertà, la donna ha deciso di diventare un modello per tutte le ragazze nigeriane affinché possano trovare a loro volta la forza per ribellarsi e spezzare le catene della schiavitù.
"Ero completamente stordita, incredula, impaurita, disorientata, – scrive Blessing – Maman Faith mi introduceva al mio nuovo lavoro e alla mia nuova vita in Europa. Una vita in strada. In quel momento ho saputo che ero finita nelle mani dei trafficanti. Che ero diventata la loro schiava. Come era potuto accadere? Nella mia testa si affollavano tante domande. Ancora oggi non sono in grado di rispondere. Ma ora sono convinta che dovevo passare attraverso quell’esperienza del male per scoprire il vero bene. Per questo ringrazio Dio, perché quello che ho vissuto sulla mia pelle mi permette ora di parlare e forse di liberare altre donne. Sono dovuta scendere nell’abisso per rinascere a una vita nuova".
22.02.2017