Fondatore e direttore tecnico per vent’anni dell’Isef, Istituto superiore di educazione fisica, studioso instancabile del movimento umano, studioso ed esperto di sport, allenatore di tanti campioni del nuoto e dell’atletica leggera, Walter Bragagnolo si è spento il 23 aprile scorso a 89 anni.
“Il Profe, come lo chiamavano tutti, ispirò a livello nazionale la riforma che vide il suo Isef trasformarsi in Scienze motorie”, ricorda Carlo Morandi, ex preside della facoltà di Scienze motorie. “In quegli anni di trasformazione, quando ero preside, Walter mi fu di grande aiuto nel configurare i corsi e i programmi, facendo diventare da subito Scienze motorie Verona la facoltà più importante a livello nazionale. Se oggi siamo al tredicesimo posto a livello internazionale lo dobbiamo anche a Bragagnolo che ha saputo gestire bene e con grande lungimiranza la sua direzione. Nutro una grande stima per Walter. Parlava di biomeccanica, del sistema neuronale e immunologico, ispirandosi agli studi di Edelmann. Lo faceva con grande entusiasmo e questa passione la sapeva comunicare a tutti, anche a chi era non era propriamente della materia”.
“Per me è stato un mentore, perché definirlo grande maestro è riduttivo. Una guida, un secondo padre, sempre disponibile e attento. Ho lavorato al suo fianco come assistente e poi l’ho sostituito, quando è andato in pensione, nella cattedra di atletica leggera. Mi ha dato gli strumenti per proseguire le mie ricerche, insieme abbiamo pubblicato diversi libri. Ha scoperto, negli anni Novanta, la teoria MAE (Method amplification error), secondo cui un errore ripetuto più volte può migliorare la prestazione. Aveva una grande cultura e una competenza tale che spaziava su ogni tipo di sport, non solo l’atletica leggera. Risposte pronte e precise per qualsiasi problematica legata al movimento. Era lungimirante, ma soprattutto aveva un grande intuito ed era creativo. Nessun programma predeterminato in testa, ma grande capacità di intuire sul campo le possibilità in un processo diveniente, non schematico”, queste le parole di Chiara Milanese, sua allieva e docente di Scienze motorie.
“Una delle esperienze più piacevoli della mia vita è stata avere il Profe come direttore: sono stata accompagnata dalla sua sana e allegra saggezza popolare, da allora e fino a pochissimi mesi fa”, Francesca Basevi, storica segretaria dell’Isef e di Scienze motorie ora, racconta così l’esperienza professionale e amicale di anni al fianco di Bragagnolo. “Quando qualche sbaglio fatto mi preoccupava, lui mi incoraggiava dicendo: ricordati che solo chi non lavora non sbaglia mai. Quando mi vedeva stanca e nervosa per il troppo lavoro mi diceva: sono io il direttore, ti ordino di fermarti e di venire a bere un caffè. Un giorno abbiamo discusso (succedeva spesso) in maniera molto accalorata, con pugni sul tavolo e voce alta. La mattina dopo io ero un po’ preoccupata, conscia di aver esagerato. Lui mi ha telefonato da casa e mi ha chiesto: Sei più tranquilla oggi? Posso venire a lavorare? e ci siamo fatti una affettuosa risata. Il Profe era questo: era un grande e mi mancherà moltissimo”.