“Per la sua grande forza visionaria: nel testo, con stile rarefatto, un allucinato mondo mentale si trasforma in un mondo fisico insieme minuziosamente reale e sottilmente simbolico. Un potente e struggente giallo analitico in cui la verità si sfrangia in tanti rivoli, toccando i temi della colpa, del castigo, del bisogno umano di riconoscimento”. È questo il motivo che ha portato la giuria ad assegnare il 31esimo premio Calvino a “L’inverno di Giona” di Filippo Tapparelli.
Tapparelli, veronese classe 1974, ha studiato letteratura inglese e russa all’università di Verona. Il libro s’ispira, infatti, ai paesaggi montuosi della Lessinia, familiari all’autore. Tapparelli non ha frequentato scuole di scrittura, il suo talento nasce dalla coltivazione della lettura e dalla passione per la letteratura inglese e di noir psicologici che lo hanno portato a scrivere svariati racconti.
La proclamazione del vincitore si è tenuta il 22 maggio al Circolo dei lettori di Torino dove nel 1985 è stato istituito in onore di Italo Calvino il premio destinato agli scrittori esordienti inediti. La volontà di rivolgersi a questa categoria di scrittori, per i quali non è facile trovare contatti con le case editrici, per svoglere, tramite un’attività di talent scouting, un ruolo di mediazione tra il mondo degli autori e quello degli editori, tra quello del pubblico e quello della critica.
Tapparelli ha raccontato la sua esperienza ai microfoni della radio universitaria.