Dall’11 al 22 marzo la biblioteca Arturo Frinzi ospita la mostra documentaria “Mariateresa Battaglino. Uno sguardo sul mondo” a cura dell’Archivio delle Donne in Piemonte – ArDP, in collaborazione con il Laboratorio Saperi Situati di ateneo. L’inaugurazione si terrà martedì 12 marzo, alle 18.30, nel ballatoio al primo piano della biblioteca alla presenza delle curatrici, Elena Petricola e Vanessa Maher, e Maria Livia Alga, assegnista di ricerca di ateneo. La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 8.15 alle 23.45 con ingresso libero.
L’esposizione racconta l’esperienza di Mariateresa Battaglino (1936-2011), una donna che, con un approccio femminista, ha creativamente messo in connessione un universo articolato e complesso: lavoro sociale, uscita dai manicomi, comunità, rapporti tra Nord e Sud del mondo, cura, impresa, migrazioni e progettazione sociale. Attraverso i materiali di archivio: testi, documenti e audiovisivi, curati da Elena Petricola, Adonella Marena e Susi Monzali, la mostra presenta lo sguardo di Battaglino sul mondo, per non dimenticare una donna che si è confrontata con tante sfide, alcune ancora aperte e molto attuali.
Battaglino ha creduto profondamente nelle donne e nelle loro potenzialità, lavorando per loro e con loro in Italia e all’estero. Ha iniziato nei manicomi, prima e dopo la legge Basaglia, mettendo al centro la persona. Ha fatto esperienza di ricerca sociale e di costruzione di servizi pubblici su marginalità, povertà e periferie. Ha fatto parte del movimento delle donne e ha lavorato in Africa e nel Mediterraneo insieme a reti di donne nella cooperazione internazionale, per creare percorsi dedicati al lavoro, alle migrazioni, alla salute mentale, al contrasto della violenza.
L’esposizione si inserisce nel quadro delle iniziative del convegno “Allargare il cerchio. La cura e l’apprendimento come pratiche politiche”, in programma al polo Zanotto l’11 e 12 aprile 2019. Le due giornate sono organizzate dal laboratorio “Saperi Situati”, gruppo di ricerca coordinato Rosanna Cima e composto da ricercatrici che lavorano nelle università, in realtà pubbliche e associative sui temi della coesione sociale, in gruppi di donne orientati alla creazione di vite comunitarie, sulle forme di maternità e di educazione elaborate in contesti multiculturali, sulla dimensione dell’arte e della spiritualità nella realizzazione di saperi e pratiche di convivenza.