Una tavola rotonda su come il social housing possa rappresentare un’alternativa ad un mercato sempre più impoverito dal lato della domanda e su quale possa essere il ruolo del terzo settore nell’affiancare gli enti pubblici. Sono questi i temi trattati nel workshop “Nuove sinergie per il social housing” del 12 aprile al polo Santa Marta. L’appuntamento, organizzato dal dipartimento di Scienze giuridiche, è stato coordinato da Paolo Duret, docente di Diritto amministrativo dell’ateneo, con la partecipazione di giuristi ed esperti del settore
“L’iniziativa – ha spiegato Duret – è organizzata nell’ambito del joint project. Si tratta di uno strumento di cui l’università si avvale nell’ambito del terzo settore e del public engagement per consentire di aprirsi al territorio e alle sue esigenze. Il progetto si inserisce all’interno di un progetto di durata biennale e l’incontro di oggi ha come obiettivo di confrontarsi con i vari attori del territorio per una ricognizione dei dati del problema e per uno scambio di idee”. La realizzazione dell’housing sociale, infatti, non dovrebbe essere esclusivo appannaggio della pubblica amministrazione, che mette a disposizione delle fasce più disagiate della popolazione i propri alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma il risultato di sinergie tra pubblico e privato. “L’università – ha ricordato Duret – cerca di offrire le coordinate sul piano teorico ma si relaziona con le esperienze che sul territorio veronese vanno maturando”.
Del confronto con la realtà del territorio parla Pietro Meschini, presidente di Confedilizia Verona. “Se guardiamo indietro di un ventennio, si può notare come l’esigenza abitativa sia in forte calo. In virtù della politica fatta dai comuni e dalle province, sono state costruite numerose abitazioni di cui, però, molte sfitte. Il problema è semmai legato alle morosità e alle garanzie che i conduttori devono e possono offrire ai proprietari per il rispetto degli obblighi contrattuali”. Centrale è, quindi, l’intervento da parte degli enti pubblici, dello Stato e dei Comuni.
Il diritto alla casa è un diritto invisibile, disatteso seppur primario, alla pari del diritto al lavoro, alla privacy, alla salute. Renato Ferraro, presidente della Cooperativa sos casa, ha ricordato come “gli attori del territorio a oggi non danno soluzioni a questo problema. Ciò comporta diverse conseguenze: gli interventi sono costosi, gli enti e i gestori dell’edilizia pubblica hanno risposte limitate, le graduatorie di assegnazione sono molto lunghe – si pensi che solo a Verona sono in attesa 700 famiglie – il patrimonio immobiliare è vecchio e, non meno importante, le iniziative del terzo settore sono poche e frammentarie”.