Il 25 marzo 2020, per la prima volta in Italia e nel mondo, si è celebrato il Dantedì: una giornata dedicata a Dante Alighieri nella data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia. La ricorrenza – istituita dal Consiglio dei ministri in vista delle celebrazioni nel 2021 per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (1265-1321) – in questo primo anno è stata tutta digitale.
Il Comune di Verona e l’ateneo scaligero – nell’ambito del Protocollo d’intesa inter istituzionale per le celebrazioni del VII centenario della morte di Dante Alighieri – sono promotori, con gli altri sottoscrittori, di un progetto che accoglie anche numerose realtà culturali della città: Dante a Verona 1321 -2021. Nell’ambito di questo progetto molte delle proposte giunte dal territorio sono state annullate a causa dell’emergenza sanitaria, altre, dove possibile, sono state convertite in brevi contributi video.
In particolare, l’Università di Verona ha raccolto alcune brevi testimonianze video a tematica dantesca, che in pillole raccontano vari aspetti di Dante e della sua fortuna nei secoli. Da Arnaldo Soldani, che affronta l’importanza di Dante come padre della lingua italiana, a Paolo Pellegrini che ricorda la questione della lettera a Cangrande, attribuibile a Dante, dal rapporto tra Dante e gli autori moderni, raccontato da Massimo Natale, a Dante nella storia dell’arte, spiegato da Tiziana Franco. Nicola Pasqualicchio spiega, invece, come la Commedia sia già in sé una sorta di rappresentazione teatrale, grazie alla potenza visionaria di Dante, Mariaclara Rossi ricorda il rapporto tra Dante e la Chiesa veronese; Silvia Masotti e Camilla Zorzi propongono due video ispirati alle “interviste impossibili” di Edoardo Sanguineti a Francesca da Rimini e di Umberto Eco a Beatrice. Un contributo video è a cura del direttore dei Musei Civici di Verona, Francesca Rossi, che ricorderà la storia della statua di Dante in piazza dei Signori, opera di Ugo Zannoni artista e mecenate.
Il Comune di Verona, con l’assessorato alla Cultura e la direzione dei Musei Civici, ha, infatti, organizzato una mostra dedicata a Zannoni allestita alla Galleria di arte moderna Achille Forti. Della mostra, che non sarà possibile per il momento inaugurare, dà conto nel suo contributo Francesca Rossi, partendo dal modelletto in bronzo realizzato dallo stesso Zannoni nel 1863 per arrivare alla statua donata alla città nel 1905.
“Avevamo immaginato di celebrare questo primo Dantedì in modo differente, mentre l’emergenza sanitaria in atto ci ha indotto a utilizzare modalità inedite”, spiega Francesca Briani, assessore comunale alla Cultura. “Le proposte che erano giunte dal territorio sono state annullate, ma abbiamo voluto comunque raccontare il Sommo Poeta attraverso i contributi di accademici, artisti e direttori. Un modo nuovo dettato dalla necessità che ci consente, comunque, di sottolineare la forza di Dante, la sua modernità e la capacità di riuscire a parlare a noi contemporanei”.
“Il Dantedì intende valorizzare la percezione diffusa di Dante come padre fondatore dell’identità italiana, che prima di potersi fondare sull’unità nazionale e sulla coesione sociale, relativamente recenti, si è radicata – per secoli – nella cultura e nella lingua che la trasmette”, ricorda Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà dell’ateneo. “In questa prima occorrenza, il “Dantedì” cade in uno dei periodi più difficili della storia nazionale, e il carattere festoso con cui era stato immaginato lascia il posto ai pensieri e alle preoccupazioni di queste settimane. Proprio per questo l’Università e il Comitato cittadino delle Celebrazioni dantesche del 2021 hanno voluto investirlo di una funzione differente: quella di riflettere sulle radici della nostra cultura e dunque sul senso stesso del nostro stare insieme”.