Alternano la loro quotidiana attività di studio con lo svolgimento di compiti sanitario-amministrativi in telelavoro. L’obiettivo? Rendere più sostenibile il lavoro del personale medico sgravandolo delle incombenze burocratiche. Sono gli studenti del quinto e sesto anno di Medicina che si sono proposti come volontari per dare il proprio contributo concreto all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona nell’attuale contesto di emergenza da coronavirus e carenza di personale.
Ispirandosi ad altri atenei del Nord Italia (Torino, Bologna e Padova), gli studenti del sesto anno di Medicina a Verona hanno pensato di intervenire nell’emergenza attraverso un progetto di supporto all’attività di sorveglianza epidemiologica sugli operatori svolta dalla Direzione medica e dall’Unità operativa complessa di Medicina del lavoro.
Tutor del progetto Stefano Tardivo, docente di Igiene e medicina preventiva, ambientale e occupazionale al dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica, e risk manager dell’Azienda ospedaliera.
Hanno aderito all’iniziativa 17 studenti, tutti ormai prossimi alla laurea e all’abilitazione alla professione medica e quindi con preparazione riguardo ai temi della medicina, che da lunedì 6 aprile si stanno alternando rendendosi disponibili al servizio nell’arco della giornata, tra le 9 e le 17.30, rigorosamente da casa.
Ciascuno studente coinvolto ha il compito di inviare le mail di convocazione al personale dell’Azienda ospedaliera per l’esecuzione del tampone nasofaringeo, come previsto dal programma di sorveglianza sanitaria. Vengono impiegati modelli standardizzati di mail in cui lo studente ha il compito di indicare data, orario, luogo e numero dell’appuntamento. Nello svolgimento di tale compito, lo studente non ha accesso ad alcun dato sensibile poiché le specifiche sono fornite tramite liste di prenotazione, preparate dai medici in formazione specialistica che stanno collaborando alla sorveglianza sanitaria.