È passato oltre un anno da quando l’Organizzazione mondiale della Sanità ha confermato la situazione pandemica in atto e sono trascorsi cinque mesi dall’inizio della campagna vaccinale nell’Unione Europea. Nella mattina di venerdì 14 maggio, nel corso della tavola rotonda di chiusura del Master in Farmacovigilanza e Discipline regolatorie del farmaco, su Zoom, è stato creato un dialogo per discutere su vari temi, tra cui la situazione attuale dell’emergenza sanitaria, la problematica del costo dei farmaci fino alle modalità di comunicazione delle varie istituzioni. La speranza di tutti è tornare alla “normalità” al più presto, ma quali sono le lezioni che dobbiamo imparare da questo periodo d’emergenza?
L’incontro è stato aperto da Ugo Moretti, docente di Farmacologia all’università d Verona, sono intervenuti poi Antonio Addis, del dipartimento di Epidemiologia del SSR Regione Lazio, Giuseppe Recchia, della Fondazione Smith Kline, Giovanna Scroccaro, nella direzione Farmaceutico-protesica-dispositivi medici Regione Veneto e Gianluca Trifirò, docente di Farmacologia del dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica del nostro ateneo. A moderare l’incontro è stato Roberto Leone, già docente di Farmacologia e Direttore del Master in Farmacovigilanza e Discipline regolatorie del farmaco.
Il filo rosso che ha legato tutta la videoconferenza è stato il tema del vaccino e quanto sia importante immunizzare tutta la popolazione mondiale. Per farlo bisogna comunicare questa sfida nel modo più corretto e comprensibile in modo che venga percepito come un’esigenza collettiva e non individuale, garantendo l’accesso anche ai Paesi del terzo Mondo.
L’auspicio, una volta terminata l’emergenza, è quella di continuare a cogliere le opportunità del digitale e riflettere sul fatto che in “ambito sanitario non siamo in grado d’affrontare l’emergenza senza limitare le altre attività ordinarie. È importante cambiare le politiche di lavoro implementando la presenza del digitale e – ha sottolineato Giovanna Scroccaro – creare strutture di supporto per chi lavora”. Inoltre, “è indispensabile che le istituzioni e la comunità scientifica collaborino, in modo da rendere tutte le informazioni scientifiche disponibili connesse al Sistema” conclude Gianluca Trifirò.