Lunedì 22 novembre prenderà il via la seconda fase dello studio epidemiologico “Comune di Verona 2020”, coordinata dall’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e in collaborazione con le maggiori istituzioni amministrative, scientifiche e sanitarie di Verona: il Comune, l’Università scaligera, l’Azienda ospedaliera universitaria integrata e l’Ulss 9.
L’obiettivo è stimare l’incidenza di infezione attiva, cioè i nuovi casi da quando lo studio ha preso avvio con la prima fase in aprile-maggio 2020 fino a novembre 2021, sullo stesso campione statistico iniziale di 1.515 cittadini e cittadine e a distanza di 19 mesi. Inoltre, con il dosaggio degli anticorpi lo studio intende quantificare la percentuale di abitanti che hanno sviluppato una risposta anticorpale al nuovo Coronavirus a causa dell’infezione naturale o grazie al vaccino. Si tratta dell’unica indagine epidemiologica su campione statisticamente rappresentativo condotta finora in Italia.
Alla conferenza stampa di presentazione, che si è svolta lunedì 15 novembre in Comune, erano presenti il sindaco Federico Sboarina, insieme al responsabile della Pneumologia di Negrar e coordinatore dello studio Carlo Pomari, all’epidemiologo Massimo Guerriero, al direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata Callisto Bravi, al direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi, al direttore del dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica dell’ateneo Albino Poli, in rappresentanza del Magnifico Rettore, e alla direttrice della sezione di Malattie Infettive dell’università di Verona Evelina Tacconelli.
“Uniamo le forze per studiare ancora più approfonditamente il long Covid, che in Azienda ospedaliera stiamo monitorando con un ambulatorio dedicato che ha 1.100 pazienti – dice Tacconelli – Tante sono le patologie psichiatriche e psicologiche riscontrate dopo 6 mesi dall’infezione, non solo in chi è stato ricoverato ma anche in chi è rimasto in isolamento a casa. Vedremo le differenze tra chi ha avuto l’infezione e chi è stato vaccinato anche sullo sviluppo degli anticorpi. E poi l’immunità personale sviluppata dai soggetti che aderiranno all’indagine”.
“Uno studio interessantissimo – dichiara Poli – che ci permetterà di capire meglio l’andamento dell’epidemia, così come la reale copertura immunitaria. L’università di Verona è orgogliosa di fare parte di questo progetto e dell’unico monitoraggio statisticamente rappresentativo d’Italia”.
“L’80 per cento di chi arriva in terapia intensiva non è vaccinato – conclude Bravi – Ricordo che ci sono terapie alternative come quelle monoclonali alle quali si può accedere. E Verona è la prima Azienda per erogazioni di questo tipo. Dobbiamo proteggerci il più possibile, con tutti gli strumenti a nostra disposizione”.
La seconda fase dello studio epidemiologico “Comune di Verona 2020” si arricchisce anche di un’ulteriore indagine: un campione di 80 soggetti (scelti dai 1.515 secondo criteri stabiliti sulla base della data della vaccinazione o di una pregressa infezione da SARS-CoV-2) verranno sottoposti, previo consenso informato, a un ulteriore prelievo ematico per analizzare numerosi aspetti della immunità cellulare, la famosa ‘memoria immunologica’, cioè la risposta che il nostro sistema immunitario mette in atto quando viene in contatto con un agente patogeno già conosciuto, risposta che si attiva sebbene siano venuti meno con il tempo gli anticorpi specifici contro quel virus o quel batterio.
Questa parte dello studio rientra nel progetto di ricerca internazionale ORCHESTRA guidato dalla professoressa Tacconelli, che coinvolge 15 Paesi (anche extra UE) e finanziato dall’Unione Europea con lo scopo di trovare soluzioni rapide e innovative per la gestione della pandemia da Covid19. Questi campioni verranno analizzati dal laboratorio dell’università di Anversa (Belgio).
“Allo stato attuale non possiamo definire con certezza un livello minimo di anticorpi per ottenere una copertura vaccinale ottimale – spiega Tacconelli – Se lo sapessimo, per esempio, potremmo selezionare i soggetti che hanno bisogno urgente di un richiamo vaccinale o di una dose aggiuntiva. Studiare l’immunità cellulo-mediata, altra arma con cui il nostro organismo si difende da agenti patogeni, in questa coorte, integrata nella coorte Europea di Orchestra, permetterà di aumentare le nostre conoscenze a beneficio della popolazione e dei piani strategici vaccinali”.