A una studentessa rifugiata in Zambia, originaria del Congo, è stata assegnata la borsa di studio bandita dall’università di Verona nell’ambito di Uni-Co-Re 4.0. Si tratta della quarta edizione del progetto di corridoi umanitari per studentesse e studenti rifugiati promosso dalla rete formata dall’Alto commissariato Onu per i Rifugiati e 32 università italiane del manifesto università inclusiva, unitamente a partner a livello nazionale e locale.
Con l’avvio del prossimo anno accademico la studentessa, selezionata per merito e motivazioni tra 18 candidati, frequenterà il corso di laurea magistrale internazionale in Molecular and medical biotechnology. Preparati e motivati anche gli altri cinque candidati risultati idonei a sostenere l’intervista orale che avevano fatto richiesta di iscrizione, oltre che per Molecular and medical biotechnology, per Data science e linguistics.
“L’ateneo – dichiara il Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini – conferma il suo ruolo di testimone attivo nell’accogliere, includere e cooperare al fine di contribuire al miglioramento della qualità di vita delle persone e alla formazione delle giovani generazioni”.
Rifugiate e rifugiati portano con loro un bagaglio di competenze, conoscenze, forza e determinazione che arricchisce le comunità ospitanti, diventando risorsa preziosa per la società e per il bene comune. Tuttavia, secondo i dati 2021, soltanto il 5% dei rifugiati ha accesso all’istruzione universitaria, a fronte di una media pari al 38% a livello globale; un dato che richiede interventi per supportare titolari di protezione e richiedenti asilo già arrivati nei paesi di accoglienza, ma anche progetti che diano l’opportunità a studenti e studentesse di arrivare in maniera regolare e sicura nel nostro Paese per proseguire i propri studi. È questa la ferma convinzione dei promotori del progetto Uni-Co-Re che, giunto nel 2022 alla quarta edizione, si è ampliato fino a prevedere 69 borse di studio e a includere per la prima volta giovani rifugiate e rifugiati residenti in otto Paesi: Camerun, Malawi, Mozambico, Niger, Nigeria, Sud Africa, Zambia e Zimbabwe.
Fondamentale per la buona riuscita delle prossime fasi del progetto, dalla preparazione del viaggio all’accoglienza nel nostro ateneo, sarà la collaborazione a livello nazionale e locale, la prima con Unhcr Italia, con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Caritas italiana, Diaconia valdese, Gandhi caritas, la seconda, dal momento dell’arrivo, con i partner locali. Ogni partner, in modo diverso, assicurerà assieme alle università il supporto necessario agli studenti e alle studentesse. Particolarmente ampia, diversificata e in crescita, rispetto alla scorsa edizione (Uni-Co-Re 3.0), la composizione del tavolo di lavoro costituitosi a Verona; ne fanno a oggi parte Caritas diocesana veronese, Camera avvocati immigrazionisti del triveneto (Cait), Centro studi immigrazione (Cestim), Commissione sinodale per la diaconia, comune di Verona – assessorato alla cultura e alle pari opportunità, Comunità ebraica di Verona e Vicenza, Esu Verona, Fondazione Nigrizia, Migrantes, Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) e Unione delle comunità ebraiche italiane. Partendo dall’esperienza Unicore, tale collaborazione mira più in generale a favorire una migliore conoscenza delle opportunità, ma anche delle problematicità, legate all’accoglienza e al diritto allo studio per richiedenti asilo e rifugiati.