È il 1983, la neonata università di Verona sta per giungere alla conclusione del suo prima anno accademico, ma non c’è ancora un rettore. Serve una guida istituzionale per tutto l’ateneo, un ponte tra il rigore universitario e il fermento cittadino. Il 15 giugno 1983, nelle sale del Palazzo Giuliari, prende il via la votazione del primo rettore. I candidati sono tre: Filippo Rossi, professore ordinario della facoltà di Medicina e direttore del’Istituto di Patologia generale, Hrayr Terzian, collega di Rossi e direttore dell’Istituto della Clinica neurologica e Carlo Vanzetti, preside della facoltà di Economia dell’università di Verona e uno dei massimi esperti italiani di agricoltura. La prima giornata alle urne non restituisce alcun nome trionfante, infatti nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta .
La cronaca de l’Arena di quelle ore determinanti è raccontata nel dettaglio sul quotidiano del 16 giugno 1983: “Si torna a votare stamane dalle 9.30 alle 12.30 e, nel caso in cui dalle urne non uscisse il Rettore, oggi pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, per quella che sarà sicuramente la votazione determinante.” Il bilancio dopo la prima tornata di votazioni vede Vanzetti in testa con 61 voti, Terzian secondo con 60 e Rossi a 54, al mattino con 192 votanti; Vanzetti quota 63 voti, Rossi a 60 e Terzian a 57 nel pomeriggio con 193 votanti, secondo i dati riportati da l’Arena.
Il 16 giugno è la giornata decisiva. In una serata di prima estate del 1983, l’elezione del primo rettore dell’università di Verona è realtà. Al ballottaggio con il collega Filippo Rossi, Hrayr Terzian viene preferito con 104 votazioni, a fronte delle 83 ricevute dal suo primo inseguitore. Hrayr Terzian diventa il primo rettore dell’ateneo scaligero, eletto dai docenti e dalle docenti di Economia e commercio, Magistero e Medicina, le uniche tre facoltà presenti a Verona al tempo indipendenti dall’università di Padova.
Dal bilancio di quella giornata storica ricostruito da L’Arena emerge il ritratto di un rettore che pone subito il suo focus sulla parola cultura e include in una delle sue primissime dichiarazioni post elezione una parola che esula dalla sua provenienza dall’area medica e include l’essenza di ciascun corso di studio: creare cultura, conoscenza, non solo per la comunità accademica ma anche per la cittadinanza. “Ho sempre cercato di lavorare come uomo di cultura.” Così Terzian spiega nell’intervista rilasciata a Nin Guarienti nel numero de L’Arena del 17 giugno 1983.
Un solo ultimo atto manca all’ateneo scaligero: l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 1983-1984. Si arriva così al dicembre del 1983, un anno ricco di significato per la nostra università. Mercoledì 14 dicembre in riva all’Adige è, infatti, atteso Sandro Pertini, il presidente della Repubblica forse tra i più amati e rappresentativi della storia d’Italia. È emblematica la sua presenza a Verona, per un evento che segnerà la vita di tanti e tante giovani veronesi, e non. Proprio la narrazione di Nin Guarienti, delinea il quadro di un uomo capace, anche con la sue doti dialettiche di far sentire tutte le persone a lui intorno a proprio agio: “A me piace moltissimo stare con i ragazzi, di qualsiasi età. Pensate che da quando sono Presidente ne ho già ricevuti 171 mila. E sapete perché amo stare con loro? Perché mi fanno sempre domande intelligenti”. A fissare per sempre nella memoria collettiva l’intervento di Pertini a Verona sarà questa frase: “Vi auguro di ingrandirvi presto, perché Verona ha un vasto retroterra. Di cultura non ce n’è mai troppa.”
Oggi, dopo esattamente 39 anni da quel giorno, l’augurio espresso quel giorno da Petrini oggi è diventato una realtà. Una realtà consolidata. Ma è anche un monito per la nostra università a guardare avanti, con la forza e l’ottimismo che hanno caratterizzato le parole di Pertini in quel lontano 14 dicembre 1983.
Emanuele Zanardi, tirocinante Agenzia di stampa Univerona news