Tra le diverse e importanti iniziative per festeggiare il quarantennale dell’università di Verona, l’appuntamento UNIVRun@Straverona Vivi e Corri la Città di domenica 21 maggio ha riscontrato un’ottima partecipazione e un grande desiderio di mettersi in gioco da parte della comunità universitaria. 612 i partecipanti che si sono dati appuntamento sotto l’Orologio.
È stato colto il senso e l’intento che l’evento esplicitava nel claim: Corri e Vivi la Città. Tra le vocazioni dell’Ateneo, la missione culturale e sociale, in questo caso declinata attraverso la componente relazionale, gli stili di vita attivi e il benessere fisico a beneficio della comunità, è un aspetto essenziale per un reciproco arricchimento e una trasformazione dell’Università e del territorio su cui essa insiste.
Per non mancare l’appuntamento, l’Università, il Centro Universitario Sportivo (Cus) e Ente per il diritto allo studio di Verona (Esu) hanno favorito e sostenuto la partecipazione di tutta la comunità universitaria (studentesse, studenti, personale) e familiari alla corsa cittadina. E per l’occasione è stata ideata e creata una maglia Univr con al centro il numero 40 per celebrare un doppio quarantennale: quello dell’Università dalla sua fondazione e quello di Straverona.
Per percepire meglio il senso di adesione all’evento, abbiamo raccolto alcune narrazioni e testimonianze di quanto vissuto da studentesse, studenti e personale dell’Università. Le constatazioni emerse nei racconti sono tutte accomunate dall’idea che occasioni come queste sono vitali per fare squadra dentro e fuori aule e uffici.
Due studentesse, una dell’Accademia di belle arti di Verona e l’altra iscritta a Scienze dell’educazione l’hanno ribadito senza mezzi termini, sottolineando che questi momenti sono contesti in cui la co-partecipazione diventa socialità coesa perché unisce sia chi pratica sport e anche chi non lo pratica abitualmente.
“È stato bello vedere crescere in questi due anni il numero di partecipanti a questa corsa simbolo della mia città. Per noi studenti avere la possibilità di essere riconosciuti da tutti grazie alla maglietta personalizzata è qualcosa di speciale e l’organizzazione del training nelle settimane precedenti permette di andare alla scoperta di alcuni dei luoghi simbolo per la corsa a Verona e di creare un momento di conoscenza tra le diverse area di studio”, racconta Jacopo Butturini studente di Scienze motorie al primo anno magistrale, impegnato anche nel Direttivo Cus Verona.
Insieme alla socialità, nei racconti è emerso anche il desiderio di svago, di divertimento, intenso nella sua radice etimologica: non separato dalla vita quotidiana e non fine a sé stesso, ma una distrazione che arricchisce il fare di tutti i giorni.
“Vivere l’università è anche questo. Grazie a eventi così, lo studio si rivitalizza. Sono momenti che rafforzano il vivere l’università”, afferma Enrico Pigozzi, laureando in Medicina. Stesso pensiero ribadito da Leonardo Dossi, rappresentante degli studenti in Consiglio di amministrazione e iscritto alla nuova laurea magistrale in Diritto per le tecnologie e l’innovazione sostenibile.
Gli aspetti relazionali si intrecciano con la promozione del benessere e la riscoperta o scoperta di luoghi e scorci della città, visti e attraversati con corpi che sudano, faticano, mettendosi in gioco come possono e magari superando anche alcuni limiti. Grazie soprattutto al programma Ready to Run Straverona organizzato dal Centro Maratona a cui hanno aderito una ottantina di studentesse, studenti e personale di Ateneo.
Laura Busato studentessa di Medicina all’ultimo anno ha conosciuto il gruppo l’anno scorso e anche quest’anno ha deciso di riprovare l’esperienza che ha trovato come sempre estremamente motivante e accattivante. “Il percorso, soprattutto quello lungo 20km, mi ha permesso di andare alla scoperta di strade mai visitate prima e di ammirare la città dall’alto in un momento di fatica e gioia al tempo stesso”.
“Ho partecipato al training di preparazione non solo in vista della Straverona, ma perché allenarsi assieme è uno stimolo importante. Ti dai una disciplina, ti pungola ad esserci, anche quando alla sera sei stanco. C’è una responsabilità condivisa e la consapevolezza, poi, che quando uno sport è passione, la fatica è più mitigata”, racconta Federico Ranieri ricercatore della sezione di Neurologia.
Simone Spagna studente magistrale di Scienze motorie ha coordinato come responsabile le sedute di allenamento e racconta che è stato un periodo particolarmente sfidante e al tempo stesso motivante: “Mi ha dato modo di sperimentare quanto appreso nel corso di studi e di iniziare a interagire con atleti che si sono dimostrati ricettivi e disponibili”.
“Straverona è uno dei contesti dove l’Università promuove lo sport nel senso più completo – afferma Federico Schena, delegato alla Didattica e allo Sport – e ci tenevamo ad esserci anche quest’anno come parte attiva nella realizzazione per dare un segnale concreto e dinamico di condivisione della vita cittadina. Alla corsa-camminata hanno partecipato anche gruppi di persone affette da patologie diverse, come il Parkinson la fibromialgia: a dimostrazione che lo sport è per tutti e fa bene a tutti. C’è stata anche una particolare attenzione ai più piccoli con la presentazione del percorso del progetto sullo stile di vita sano realizzato nelle scuole primarie”.
© Photo credits Cantor Tarperi