Nei giorni scorsi i media regionali hanno pubblicato i dati sugli accessi alle Scuole di specialità mediche della Regione Veneto secondo cui circa il 25% dei posti messi a bando vada scoperto e in alcuni casi abbandonato. A fronte di alcuni percorsi che continuano a essere molto gettonati alcuni altri registrano dati negativi con un picco per la medicina di emergenza-urgenza, anatomia patologica, patologia clinica e biochimica clinica, anestesia rianimazione, terapia intensiva e del dolore e chirurgia generale.
Abbiamo chiesto a Giuseppe Lippi, presidente della facoltà di Medicina e chirurgia di ateneo, di intervenire sul tema per analizzare gli ultimi dati sugli accessi alle Scuole di specialità dell’università di Verona.
Il quadro che emerge evidenzia che la tendenza negativa caratterizza ormai l’ultimo decennio dell’arruolamento e inserimento di queste figure professionali nel Sistema sanitario nazionale. Urge, quindi, rivedere, in prospettiva sostenibile, alcune professioni che sono alla base del funzionamento del servizio pubblico. Lavori che i numeri confermano non essere più attrattivi per i futuri professionisti della sanità.