La denatalità, fenomeno diffuso a livello europeo, sta colpendo l’Italia in modo sempre più evidente. Secondo i primi dati Istat del 2023, questo fenomeno sta continuando a crescere: da gennaio a giugno le nascite sono state circa 3.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Un’emergenza vera e propria per il futuro del nostro Paese. Il tema è stato al centro dell’ultima edizione del Festival del futuro organizzato dal Gruppo editoriale Atehsis, Harvard Business Review Italia ed Eccellenza d’impresa che si è tenuto dal 23 al 25 novembre.
A confrontarsi su questo e altri temi tra cui l’invecchiamento progressivo della popolazione e l’occupazione dei giovani, sono stati Luigina Mortari, docente di pedagogia generale e sociale e delegata del Magnifico Rettore alla Formazione degli insegnanti, Alessandro Rosina, docente di Demografia e statistica sociale all’università Cattolica di Milano e Giuliana Coccia di Alleanza sviluppo sostenibile e Odile Robotti amministratore unico di Learning Edge moderati da Marino Smiderle direttore de “Il Giornale di Vicenza”.
Continuando a riflettere sul futuro del mondo del lavoro, è stata sottolineata l’importanza di monitorare non solo i dati sull’accesso all’occupazione ma anche le uscite, soprattutto in ambito formativo, dal momento che è importante anche orientare chi lascia la propria posizione lavorativa per il pensionamento.
“Nelle nostre città sono rarissime le esperienze di ripensamento urbanistico incentrate sui bisogni degli anziani. Anche alle case di riposo manca la cultura della vita, oltre al personale”, una riflessione di Luigina Mortari che ha sottolineato un altro dei grandi problemi della penisola, le fragilità e l’isolamento degli anziani, specialmente se non autosufficienti. “È necessario – ha continuato – pensare a iniziative in favore degli anziani in due direzioni: supportare, sul piano culturale e sociale, quelli che godendo di buona salute e potendo muoversi sul territorio possono svolgere attività significative e, allo stesso tempo, fornire a chi si trova in situazioni di estrema fragilità a causa dello stato di salute precario, strutture di accoglienza tali da garantire una buona qualità della vita sociale oltre che efficienti servizi sanitari”.