Secondo i dati del Ministero della salute, circa il 5% della popolazione mondiale convive con una perdita uditiva. In Italia, secondo i dati Censis, sono circa 7 milioni le persone con problemi di udito, pari al 12,1% della popolazione, con una significativa differenziazione tra le classi di età e un notevole incremento con l’invecchiamento (da percentuali che non superano il 10% della classe di età 13- 45 anni al 25% di chi ha dai 61 agli 80 anni, fino al 50% tra gli over 80). Una situazione che, guardando in prospettiva, non sembra migliorare come indicano le previsioni dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, per cui entro il 2050 circa una persona su quattro sperimenterà una forma di diminuzione dell’udito.
Per promuovere il confronto tra i massimi studiosi del settore e fare il punto sulle frontiere della ricerca in ambito audiologico e vestibolare, esperte ed esperti di livello internazionale si sono dati appuntamento a Verona sabato 27 gennaio, dalle 9, all’Hotel Leon d’Oro. L’evento dell’Academy of Otoneurology “Cold Cases”, giunto alla terza edizione e promosso dall’omonima accademia presieduta da Daniele Monzani, direttore della scuola di specializzazione in Otorinolaringoiatria dell’università di Verona, sarà aperto dai saluti del magnifico rettore Pier Francesco Nocini.
Durante la giornata di lavori i partecipanti tratteranno argomenti di frontiera, spesso risultati delle più recenti ricerche scientifiche, tra cui la diagnosi e la terapia delle vertigini, la diagnosi e la riabilitazione delle perdite uditive e gli approcci più efficaci nel trattamento dell’acufene. Come suggerisce il titolo dell’evento, le relazioni dei diversi specialisti si focalizzeranno quest’anno sui cold cases, quei casi difficili che gli addetti ai lavori incontrano nella pratica clinica quotidiana.
Ampio spazio sarà anche dedicato al confronto sulle nuove frontiere tecnologiche della protesi acustica e dell’impianto cocleare, sulla farmacoterapia della vertigine ricorrente e sulle prime esperienze alla base della terapia farmacologica oltre che chirurgica dei tumori del nervo acustico.
“Le massime esperte e i massimi esperti negli ambiti audiologico e vestibolare – afferma il magnifico rettore Pier Francesco Nocini – tornano a Verona per fare il punto sui temi centrali dell’otoneurologia in una giornata di studi che vedrà la presentazione dei risultati delle ultime ricerche e delle più innovative pratiche cliniche nel settore. Momenti come questo rappresentano occasioni di condivisione di saperi e conoscenze fondamentali per la miglior presa in cura del paziente e per una corretta crescita delle nostre giovani e dei nostri giovani”.
“L’Otoneurologia – aggiunge Daniele Monzani – è una branca dell’Otorinolaringoiatria che studia i disturbi dell’udito, il modo in cui questi ultimi siano collegati al sistema nervoso centrale, e come le patologie dell’orecchio interno possano sfociare in problemi di equilibrio o funzione vestibolare. Questa disciplina si occupa di tutte le parti dell’orecchio, delle vie nervose centrali e periferiche connesse e di come l’insieme di queste strutture sia connesso ad altri apparati del corpo”.
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Roberta Dini