Nasce la cabina di regia per l’implementazione di una rete di centri “Pancreas Unit”, istituita nel ministero della Salute, per creare una rete delle pancreas unit a livello nazionale e l’università di Verona è coinvolta con diversi docenti.
La cabina di regia, coordinata da Sergio Alfieri direttore del dipartimento di Scienze mediche addominali ed endocrino-metaboliche dell’ospedale Gemelli di Roma, è composta da tre gruppi di lavoro: la sezione di epidemiologia, prevenzione e ricerca è guidata da Michele Milella, direttore del dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione dell’ateneo scaligero. La sezione per la formazione e accreditamento è coordinata da Roberto Salvia, direttore della sezione di Chirurgia generale e pancreatica dell’università di Verona. La sezione dedicata all’assistenza vede tra i componenti Luca Frulloni, docente di Gastroenterologia in ateneo.
I gruppi di lavoro andranno a definire i criteri per l’istituzione di queste strutture, sul modello del successo delle Breast Unit per il tumore al seno, con l’obiettivo di aiutare anche la ricerca e la prevenzione.
Una volta definiti i criteri necessari per le Pancreas Unit questo documento verrà condiviso con la Conferenza Stato-Regioni. Il cancro al pancreas conta circa 14.000 nuovi casi all’anno, con una leggera prevalenza tra le donne. Lo scopo è quello di creare una rete sul modello di hub e spoke, cioè realtà più centrali connesse con quelle periferiche dedicate proprio a questa specialità, in grado di dare gli stessi livelli d’assistenza in tutte le aree della penisola. Qui, il paziente troverà non solo l’oncologo ma un team di specialisti in grado di prendersi cura della persona sotto diversi profili, anche quello psicologico, per esempio, e le associazioni dei pazienti, in grado di dare a chi è colpito da questo genere di cancro come affrontare questioni più o meno rilevanti nella vita di tutti i giorni.
Della cabina di regia, oltre all’università di Verona, fanno parte atenei, aziende ospedaliere, azienda sanitarie locali e associazioni dei pazienti.
Elisa Innocenti